Le sigarette contengono la pericolosissima sostanza radioattiva denominata polonio 210 e le multinazionali produttrici di tabacco, pur essendo a conoscenza dei pericoli di questa sostanza hanno preferito tacere per non alterare i loro profitti.
E' quanto rivelato dal quotidiano britannico The independent riferendosi a uno studio di un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic del Minnesota, coordinati da Monique Muggli. I risultati verranno pubblicati sul numero di settembre dell'American Journal of Public Health. Il gruppo di ricerca ha gia proposto di indicare sui pacchetti delle sigarette il livello di radiazioni a cui i consumatori sono esposti.
I ricercatori hanno analizzato oltre 1500 documenti riservati delle multinazionali del fumo dai quali hanno evinto che i produttori di sigarette hanno tentato per anni di eliminare la sostanza letale.
Il polonio 210 è infatti presente sia sulle foglie del tabacco che nella sua stessa struttura chimica. Gli scienziati delle company del fumo hanno fatto ricorso alla modificazione genetica e all'uso di filtri per eliminare il veleno, ma non ottenendo esiti positivi si è pensato bene di fare silenzio su tutta la questione.
Un portavoce della British American Tobacco ha replicato che non è ancora noto quale sia la componente delle sigarette che causa il cancro e che il polonio 210 si può trovare anche nel cibo.
Secondo quanto affermato da Vincenzo Zagà, pneumologo di Bologna e vice presidente della Società italiana di tabaccologia, la notizia del polonio 210 nelle sigarette non è nuova anzi risale a numerosi studi scientifici pubblicati già negli anni Sessanta. Per capire la pericolosità della sostanza il dottore riporta un esempio: "fumare 20 sigarette al giorno per un anno equivale a sottoporsi a 300 radiografie."
Abbiamo pubblicato un articolo sul
Polonio contenuto nelle sigarette.
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