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Smettere di fumare per non aumentare le probabilità di demenza e Alzheimer.

L'ultima ricerca in ordine temporale sui danni provocati dal fumo mette in evidenza i danni procurati dalla nicotina al cervello in età adulta. 

La dottoressa Rachel Whitmer del Kaiser Permanetne (Oakland, California) ha coordinato un'equipe di ricercatori finlandesi, svedesi e americani. 


L'osservazione si è protratta per 23 anni e ha coinvolto più di 20.000 individui.

I risultati sono molto eloquenti: chi fuma più di 2 pacchetti di sigarette al giorno vede aumentare del 114% la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza. Percentuale che resta molto elevata, 37%, per chi fuma 1 pacchetto di sigarette al giorno.
Queste evidenze vanno ad aggiungersi a quelle già consolidate sulla relazione diretta tra fumo e patologie quali ictus e cancro al polmone.

Lo studio contiene anche una buona notizia: chi ha fumato in passato e poi smesso non ha mostrato rischi di demenza superiori alla media negli anni successivi. Occorrono però 20 anni dall'ultima sigaretta fumata affinchè il rischio torni a 'quote' più normali.

Questa ricerca non fa che confermare i danni che il fumo procura al sistema cardiocircolatorio. Il fumo favorisce sia l'insorgenza di uno stato infiammatorio diffuso che la restrizione dei vasi sanguigni del cervello, entrambi fattori coinvolti nell'insorgenza di molte forme di demenza e nel morbo di Alzheimer.

Il testo originale dello studio: Archives of Internal Medicine.

Alimenti della Salute: le Castagne

scritto da Andrea Vitali 18/10/10 11 commenti



Da nord a sud annunciano l'arrivo dell'autunno e ci accompagnano per tutta la stagione fredda.
Sono le castagne, autentico alimento della salute dall'eccezionale valore nutrizionale.
Ricche di fibre, amidi, vitamine e oligoelementi, le castagne sono un formidabile ricostituente psico-fisico naturale, in grado di sostenerci in un periodo dell'anno in cui il freddo e la diminuzione delle ore di luce possono aumentare la stanchezza e indebolire il sistema immunitario.

E non è un caso che, come sempre,  la Natura ci regali un alimento simile nel momento esatto in cui ci serve!

Spesso si tende a consumarle come spuntino, o a fine pasto, ma il loro profilo nutrizionale suggerirebbe di collocarle come portata principale del pasto stesso. Più che a un frutto (che non sono, essendo la castagna il seme contenuto nel riccio), le si dovrebbe paragonare ai cereali, cui somigliano molto.


CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI DELLE CASTAGNE

La castagna è composta prevalentemente da amidi, particolari zuccheri complessi che vengono assorbiti lentamente dall'organismo e per questa ragione sono in grado di mantenere stabile il tasso di glicemia nel sangue. Nelle castagne sono presenti anche proteine di buona qualità (sebbene in quantità modesta), vitamine del gruppo B (particolarmente B1 e B6) e sali minerali, in particolare potassio ma anche fosforo magnesio e calcio. Vi è infine nella castagna anche una buona quantità di fibre. 


PROPRIETA' DELLE CASTAGNE

La presenza di notevoli quantità di amido rende le castagne molto nutrienti ed altamente energetiche.
Nutrirsi con le castagne è utile nei casi di astenia fisica o intellettuale che richiedano un'alimentazione ricostituente e, quindi, anche per persone anemiche. Giova durante le convalescenze e in presenza di situazioni di sottopeso.
Anche i bambini o gli anziani che soffrano di inappetenza trovano giovamento in un'alimentazione che includa spesso le castagne; il sapore dolce ed estremamente gradevole delle castagne è apprezzato da molte persone, talvolta aiuta a ritrovare l'appetito.
Il potere energetico della castagna rende questo frutto adatto a chi pratica sport o svolge lavori faticosi.
La presenza di fibre rende le castagne, contrariamente a quanto si pensi, un alimento utile per la funzionalità dell'intestino e indicato in caso di stipsi. Le fibre favoriscono la motilità intestinale, l'equilibrio della flora batterica e la riduzione del colesterolo.

I principi attivi presenti nelle foglie e nella corteccia di castagno trovano applicazione in ambito erboristico, ma anche domestico, come astringenti intestinali, per combattere la tosse e come disinfettante delle vie respiratorie. A questo scopo si può preparare un infuso con 2 g di foglie in 100 ml di acqua calda e assumerne 2-3 tazzine al giorno a piccoli sorsi.
In fitoterapia è conosciutissimo il gemmoderivato di castagno, utilizzato nei casi di problemi alla circolazione periferica.


LE CASTAGNE IN CUCINA

Come accennato in precedenza, le castagne andrebbero consumate come portata principale del pasto, accompagnate da verdure crude e cotte possibilmente evitando l'associazione con altri carboidrati e con le proteine. Infatti l'errata abitudine di mangiarle come spuntino o al termine di una cena porta spesso a senso di pesantezza o a quel fastidioso senso di gonfiore (per eccesso di fermentazione).


In questi casi, oltre al disagio fisico, l'organismo non sarà in grado di assimilare propriamente i nutrienti del pasto.
A tavola si possono consumare bollite (fantastiche con cannella e zendero!) o arrostite.
Con la farina di castagne invece si possono preparare pasta fatta in casa come ad esempio tagliatelle e diversi dolci il più conosciuto dei quali è il castagnaccio.
Sempre con la farina di castagne si può preparare una colazione energetica e salutare, stemperandola in acqua e facendola cuocere finchè non addensa; alla crema di castagne così preparata si potranno poi aggiungere succo di mela o altri dolcificanti naturali.

(Le ricette a base di castagne non mancano, anzi... vi invitiamo a cercarle e a segnalarci le più buone!)


LE CASTAGNE PER LA SALUTE: USO ESTERNO

L'infuso preparato con 6 g di foglie in 100 ml di acqua, può essere utilizzato come astringente della pelle e delle mucose. Con l'infuso fare degli sciacqui o applicare uslla pelle delle compresse di garza imbevute.
Con la corteccia invece si può produrre un decotto (6 g in 100 ml d'acqua) da usare per effettuare lavaggi e applicare compresse di garza sulle pelli fragili e delicate o arrossate.
La polpa delle castagne, cotta e poi setacciata, può diventare un'ottima crema fluida per detergere il viso ed è indicata per preparare maschere emollienti e schiarenti.


CONTROINDICAZIONI DELLE CASTAGNE

La castagna è controindicata per coloro che soffrono di gonfiori addominali, colite o gastrite, poichè l'assunzione di questo alimento in presenza di questi disturbi potrebbe portare a un accentuamento degli stessi.
Inoltre, durante la cottura una parte degli amidi si trasforma in zuccheri semplici: questo da un lato rende le castagne più dolci, dall'altro meno indicate per chi debba seguire una dieta ipoglicemica.


LOVE for the Environment

scritto da BRUNIVERSO 10/10/10 0 commenti



Grazie al commento di  Luciano Ⓥ Roma su Facebook abbiamo fatto una ricerca sui MdR ed abbiamo trovato un interessante articolo sulla sigla L.O.V.E.
Quest'articolo è da collegarsi a quello precedente:
Quando un Prodotto è Ecologico, Etico e Sostenibile? 


LOVE sta precisamente per: 
- Local, 
- Organic, 
- Vegetarian/Vegan Eating.

L' articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution-Noncommercial 3.0 United States License. Il che significa che 'si invita' alla copia ed alla diffusione dello stesso, citando la fonte e l'autore.



LOVE for the Environment




by: Dan Brook, t r u t h o u t | Op-Ed

All we need is LOVE. 
There are many things and we can (and should) do to preserve and protect our environment if we want to preserve and protect life on Earth. Reducing consumption of resources, reusing products and materials, and recycling what can no longer be reused are all critical to being more sustainable. However, the most important personal thing we can each do for the environment is to fall in LOVELocal, Organic,Vegetarian/Vegan Eating. (Vegetarians don't eat any animals; even better, vegans don't consume any animal products, including eggs and dairy.)

There is consensus amongst the overwhelming majority of the world's scientists, environmentalists, governments, major corporations, and many others that climate change in the form of global warming is, by far, the most important environmental problem facing life on Earth. Carrying reusable bags, changing to energy-efficient light bulbs, saving water, and driving less are all very good things to do, yet they all pale in comparison to the cool effects of LOVE.

None of these or other positive actions prevent us from doing others, and we should try to do everything we can to live more sustainable lives. However, eating has a 
much bigger personal impact on the environment - as well as our health and the health of animals - than anything else most of us ever do.

Here's some LOVE!


Local

Think globally, eat locally!

The average item of food in the U.S. travels approximately 1500 miles from production to consumption. By eating locally and seasonally, you're reducing your food miles, the amount of distance your food has to travel from farm to table, thereby cutting down on the amount of oil consumed and greenhouse gases emitted. Being a locavore cuts down on traffic and the need for energy-hogging refrigeration, both of which contribute to global warming. These are all benefits for the environment. And any benefit for planetary health is also a benefit for our personal health.

Eating locally means eating fresher and healthier produce, eating fruits and vegetables that are in season and grown in your region. Fresher produce maintains more of its nutrients. That's not only healthier and tastier for you and your family, but also better for your region's economy and ecology, supporting local farm families and the local economy while preserving biodiversity and building community. The easiest and most fun way to eat more local is to shop at farmers' markets, where seasonal produce is abundant and, according to sociological studies, people tend to be more social. Packaging, plastic water bottles, and chemicals, for example, are not local. Specifically, pesticides are almost always 
not local, so eating organic is also vitally important.

Organic

Don't panic, just go organic!

Organic agriculture means farming without the hazards of synthetic pesticides. Quite simply, agricultural chemicals are toxic and deadly, as is their intention. Author Sandor Katz states that, "Agricultural chemicals kill - and not only plants and insects and worms and birds and fungi and the vast universe of soil organisms; they kill people as well." Claire Cricuolo, both nurse and chef, relates that, "When you buy organic, you help to promote biodiversity and cut down on the pesticides that pollute our soil, air, and water. You also support natural systems that will ensure the integrity of our farmlands for future generations."

Organic methods produce fewer greenhouse gas emissions, using only one-third the petroleum as chemicalized crops, while sequestering more carbon dioxide in the soil, thereby being another powerful way to help stem global warming. As with local produce, organic produce also tends to have a higher level of nutrients, studies show, and may be tastier as well. Eating organic is not only healthier for consumers, but is also healthier for farmers, neighbors, animals, insects, and the soil, as well as everyone and everything downstream. Many chefs and other foodies also believe that organic foods taste better.

Another big bonus to eating organic is knowing that you are not consuming any genetically engineered products with their unknown potential personal, public, and environmental consequences.

Alan Greene, M.D. affirms that, "Every little move towards organics is worthwhile." The most effective ways to become more organic is to (1) "Switch out foods you eat most often", (2) "Replace the worst offenders", and (3) "Shop locally, eat seasonally".


Vegetarian/Vegan Eating

Go vegetarian/vegan and no one gets hurt!

It is increasingly clear that eliminating, or at least sharply reducing, the production and consumption of meat and other animal products is the single best thing people can do for human health, animal suffering, worker safety, and environmental sustainability.

The editors of 
World Watch, an environmental magazine, concluded in the July/August 2004 edition that, "The human appetite for animal flesh is a driving force behind virtually every major category of environmental damage now threatening the human future - deforestation, erosion, fresh water scarcity, air and water pollution, climate change, biodiversity loss, social injustice, the destabilization of communities and the spread of disease." The November/December 2009 issue of World Watch stated that recent evidence and new calculations reveal that the livestock industry is responsible for 51% - a majority! - of greenhouse gases. Lee Hall, the legal director for Friends of Animals, is more succinct when she states that at the root of almost "every great environmental complaint there's milk and meat."

Dr. Rajendra Pachauri, the 2007 Nobel Peace Prize laureate along with Al Gore, and head of the United Nations Intergovernmental Panel on Climate Change, states that the mass production of meat is a major factor contributing to global warming and that, "The single [most effective] action that a person can take to reduce carbon emissions is vegetarianism." We ignore or deny this critical yet simple information at our individual and collective peril. LOVE is the most powerful antidote, by far, against global warming!

We also need LOVE for our 
invironment, the environment inside of us. Vegetarians live six to ten years longer, on average, than those who eat meat. Vegetarians have much lower rates of heart disease, cancer, and stroke - the three leading causes of death in the U.S. - as well as more protection against diabetes, obesity, osteoporosis, hypertension, gout, kidney diseases, and even Alzheimer's.

What you eat on a daily basis is actually more important than what you buy, save, recycle, or even drive. Eating the Standard American Diet (SAD) is like packing old light bulbs, single-use plastics, styrofoam, hormones, antibiotics, tar, toxic chemicals, chainsaws, SUVs and other deadly clunkers into your pantry all the time. Get the junk out of your pantry and diet! Get the junk out of your community and environment! Get the junk out of your body! LOVE yourself and your family!

If you're not ready to fall madly in LOVE, it's OK to flirt with it. LOVE doesn't have to be all or nothing and it doesn't have to be all at once. You can play with your food, but make sure to have fun.

LOVE can also stand for 
Living Opposed to Violence against theEnvironment. We can stop the violence in the world by stopping the violence on our plates. More LOVE means more peace, inside each of us, within our families, and around the world, for this and future generations. Besides being more compassionate toward animals and much healthier for you and your family, as well as lifting your spirit and boosting your energy, LOVE can help save the world by preserving and protecting our precious planet.

As they say in the 12-step programs, it's about "Progress not perfection." What path are you on? In which direction is the Cupid's Arrow of your life pointed?

Spread the LOVE!
Creative Commons License



Durante i nostri acquisti abbiamo notato come a volte sia veramente impegnativo fare scelte consapevoli. Il nostro obbiettivo è quello di esercitare il consumo critico, ovvero la pratica di realizzare acquisti che non danneggino né noi e la nostra salute, né le altre persone, né il pianeta.

Per quanto riguarda i prodotti alimentari, ad esempio, è facile imbattersi in prodotti dal punto di vista qualitativo eccellenti ma provenienti da paesi lontani dal nostro e viceversa, come nel caso del nostro Parmigiano Biologico esportato a New York.
Per quanto un prodotto biologico possa meritare interesse da parte nostra dal punto di vista qualitativo, è bene tenere presenti anche altri fattori durante gli acquisti, come ad esempio la lunghezza della filiera: più un prodotto proviene dal territorio limitrofo e più è ecologico per l'ambiente, richiede meno dispendio di carburanti, energie, forza lavoro, tempo. Se proprio dobbiamo rivolgerci a un prodotto proveniente dall'estero cerchiamo di privilegiare alimenti biologici del commercio equo e solidale, che sostengono i piccoli produttori delle zone del terzo mondo evitando loro la mediazione e la sottomissione imposta dalle multinazionali.

Stessa cosa vale per i prodotti tessili: è meglio comprare del cotone biologico rispetto ad un cotone trattato con coloranti di sintesi, velenosissimi per chi è coinvolto nella lavorazione e, residualmente, anche per chi li indossa. Alcuni marchi famosi se ne sono accorti cominciando a utilizzare nella realizzazione dei propri capi anche cotone biologico (Ikea ha una linea di lenzuola realizzate con cotone non trattato, stessa cosa dicasi per alcuni capi di abbigliamento della catena H&M). Oltre ad acquistare del cotone di qualità, è anche opportuno, laddove questo sia possibile, informarsi sull'etica della casa produttrice nei confronti dei propri dipendenti: molti capi di abbigliamento di marchi prestigiosi del Made in Italy sono realizzati in Bangladesh, Cina, Marocco, paesi dell'est europeo, zone del mondo dove è ancora possibile ridurre letteralmente i lavoratori in condizioni di schiavitù, arrivandoli a pagare fino a un decimo di quanto costa un dipendente occidentale. Quindi bisogna premiare le piccole aziende che investono sulle proprie risorse umane, aziende consapevoli  del fatto che solo un'attitudine etica, che tende, innanzitutto, verso la liberazione dell'uomo dalla schiavitù  (sia essa fisica, che psicologica, che mediatica), può far progredire il benessere.

C'è poi l'importante questione del ciclo di vita degli oggetti che acquistiamo.
Quanto e quali parti di prodotto da noi acquistato sono realizzati partendo da materie prime rinnovabili? Che impatto hanno sull'ambiente? Rientrano in un ciclo produttivo che nulla disperde o inquina il pianeta?

Per quanto riguarda i prodotti per la persona e per l'igiene della casa: che sostanze contengono? Sono inquinanti? Sono 'cruelty free', ovvero non stati testati su animali ? Non sarebbe meglio scegliere prodotti naturali che non inquinino e che non nuociano alla nostra salute?

Per meglio orientare i vostri, nonché i nostri acquisti, abbiamo stilato un piccolo (provvisorio) decalogo:

1- Compiere gli acquisti nelle zone vicine alla propria abitazione.
2- Acquistare alimenti biologici e certificati
3- Acquistare alimenti da filiera corta o del commercio equo solidale
4- Acquistare il più possibile a km 0
5- Usare i G.A.S. (Gruppi d'acquisto solidali)
6- Acquistare prodotti da aziende 'etiche'
7- Usare prodotti naturali per l'igiene della casa e della persona
8- Usare prodotti a basso impatto ambientale e cruelty free
9- Acquistare prodotti che non derivano da produzioni intensive che 'schiavizzano' animali o persone
10-Usare prodotti realizzati con materie prime rinnovabili


Sul concetto di sostenibilità e consumo critico vorremmo condividere questa ulteriore riflessione: per tutti i generi di consumo non di prima necessità, l'oggetto più sostenibile che possa esistere è quello che già abbiamo nell'armadio (solo per restare nell'ambito dell'abbigliamento), dal momento che ha già assolto da tempo alla sua 'colpa' in termini di impatto negativo sull'insieme. Qualsiasi altra cosa si vada ad acquistare per integrare o sostituire, in ogni caso comporterà un nuovo 'esborso' da parte del pianeta.

Anche per questa ragione si dovrebbe cercare di frequentare e privilegiare l'acquisto di materiale usato o rinnovato, in qualsiasi settore.


Cos'altro aggiungere a questo decalogo?

Scriveteci per ampliare insieme a noi la lista dei fattori che rendono un prodotto ecologico, etico e sostenibile!

Quest'articolo è su: Facebook. Dove abbiamo ricevuto il messaggio di Luciano Ⓥ Roma , che, nonostante l'articolo di Ban Brook pubblicato alla pagina Love for the environment, ci ha convinti di più con la sua spiegazione dell'acronimo L.O.V.E.:

"Lo standard L.O.V.E.: 


- Local (km 0), 
- Organic (biologico certificato), 
- Vegan (senza prodotti animali NE' derivati, anche per cose non alimentari), 
- Ethic (equo e solidale, privo di sfruttamento). 


Penso che finché c'è il monetarismo questo sia il massimo standard possibile, e ve lo segnalo perché mi sono accorto che le cose che cerco hanno sempre tutte e quattro queste caratteristiche, e che se ne manca anche una sola non la compro oppure non sono soddisfatto." (Luciano)







Questa volta non parliamo di cibo spazzatura, ma di cibo nella spazzatura.

Gli italiani buttano ogni anno nella spazzatura una quantità di cibo sufficiente a sfamare 44 milioni di persone, l'equivalente dell'intera popolazione della Spagna.
Si tratta del 30% del cibo aquistato per un controvalore di 37 miliardi di euro, ben il 3% del Pil!
La media pro-capite si aggira intorno ai 500 euro l'anno.

Questi i dati impressionanti di un'indagine condotta da Adoc, comunicati da Legambiente attraverso il mensile La nuova Ecologia.



IL DISVALORE DELLO SPRECO

Mentre lentamente cresce la sensibilità rispetto agli sprechi idrici ed energetici, sembra che non ci sia limite allo spreco di generi alimentari.
Uno spreco ancora più inaccettabile se si considera il momento di crisi e livello di sottonutrizione di molte aree del mondo. Uno spreco figlio di abitudini errate, pigrizia e indifferenza, specchio di un benessere solo presunto, perchè quantitativo e non qualitativo. Secondo l'indagine infatti, i motivi per cui una mole tale di generi alimentari prende la via del macero, sono: l'eccesso di acquisti (36%), prodotti scaduti o andati a male (25%), eccesso di acquisti a causa di offerte speciali (24%), novità non gradite (8%), prodotti non necessari (7). Sappiamo, insomma, riempire il frigorifero e la dispensa oltre misura ma evidentemente non siamo in grado di scegliere consapevolmente. Su questa 'carenza' fa leva la grande distribuzione, sovraccaricando i supermercati di offerte speciali.


RIEDUCAZIONE AL CONSUMO
QUALITA' AL PRIMO POSTO

Gli osservatori come Coldiretti e Legambiente concordano sulla necessità di avviare un processo educativo finalizzato al far acquisire sensibilità e consapevolezza ai consumatori.
Coldiretti, in occasione della recente Biodomenica, ha presentato la sua 'ricetta' antispreco: una tavola a buon mercato, ricca di alimenti biologici e di filiera corta in cui anche gli avanzi possono recitare un ruolo di primo piano nella preparazione di gustose ricette.
Legambiente propone il progetto "Last minute market", realizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Bologna e finalizzato a far luce sugli sprechi e proporre idee attraverso iniziative concrete. Nel mese di ottobre, ad esempio, saranno celebrate le "Giornate europee contro lo spreco", in collaborazione con il patrocinio della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.
L'obbiettivo dichiarato è la riduzione del 50% degli sprechi alimentari, attuabile solo coinvolgendo tutti gli 'attori' della filiera: agricoltori, distributori, commercianti, consmatori.

Occorre spingere quindi su una sensibilità qualitativa, quella che si acquisisce cominciando a scegliere consapevolmente alimenti più sani, quella che permette di comprendere che non serve il 'tanto' ma il 'giusto': per arrivare a scoprire che giusto e sano fanno bene alla salute, all'ambiente e...udite udite, al portafoglio!
Si, perchè una delle osservazioni che ci si sente fare proponendo un'alimentazione naturale basata su alimenti di provenienza biologica è legata alla percezione di un costo eccessivo di quest'ultima.
Questo è un aspetto relativo: se sono abituato a mangiare 5 kg di carne al mese, 10 litri di latte, formaggio, pesce ecc.. e converto semplicemente queste quantità in alimenti identici ma di origine biologica ovviamente spenderò di più, anche molto, e giustamente tra l'altro..
Ma passare a un'alimentazione consapevole non può prescindere dal mettere in discussione i modelli alimentari dominanti (improponibili dal punto di vista nutrizionale e salutare), modificando quindi progressivamente qualità e varietà degli ingredienti, metodi di cottura, quantità. E' impressionante ad esempio, quando ci si avvicina a una cucina naturale e ci si lascia alle spalle cibi raffinati e conservati, la differenza in termini potere saziante: per sperimentarla è sufficiente mangiare un piatto di riso integrale e uno di pari peso di riso bianco (quello povero, privato del germe, di fibre e nutrienti preziosi).
Ridurre le quantità quindi diventa un processo spontaneo e necessario in presenza di nutrienti di qualità superiore.


LA 'RICETTA' AMERICANA

Mentre in Italia si diffondevano i dati sullo spreco, in Texas un gruppo di scienziati dell'Università di Austin ha individuato nella riduzione dello spreco di cibo una risorsa energetica impressionante per il paese e quindi per il pianeta.
Secondo questo studio se gli Usa smettessero di sprecare cibo (loro che hanno esportato lo spreco in tutto il mondo...) si potrebbero risparmiare circa 350 milioni di barili di petrolio! Quelli necessari a produrre l'energia necessaria a confezionare, distribuire e smaltire poi come rifiuti le tonnellate di cibo che finisce in pattumiera. Questo immane risparmio andrebbe tutto a beneficio della salute dei cittadini, delle risorse del pianeta e si realizzerebbe a costo zero!



Vi lasciamo con le parole di Antonio Galdo, autore del libro Non sprecare - Einaudi, 2008. 

"Lo spreco è la lucida follia del tempo contemporaneo. E’ la protervia dell’uomo opulento che non distingue più tra necessita’ e capriccio, tra essere e apparire. Ma lo spreco è anche il perno di un modello di sviluppo fondato solo su criteri quantitativi: piu’ produzione, piu’ consumi, piu’ benessere”.


Alimenti della Salute: la Zucca

scritto da Andrea Vitali 05/10/10 5 commenti




Ottobre, tempo di Halloween, tempo di zucche intagliate e illuminate!
Ma la zucca è principalmente un alimento della salute: leggero, nutriente ed estremamente versatile in cucina. Come tutti gli ortaggi di colore giallo-arancio è ricco di vitamina A (betacarotene), un potente antiossidante, regola intestino e funzioni digestive e pur essendo dolce è caratterizzata da un valore calorico estremamente basso.


CARATTERISTICHE DELLA ZUCCA

La zucca è una pianta erbacea annuale originaria dell'America Centrale. Appartiene alla stessa famiglia di cetriolo, melone e anguria. Due sono le specie principali: la zucca comune o napoletana (Curcubita maxima), di forma rotonda e molto grande (fino a 80cm di diametro!), e la zucca torta o zucca d'inverno (Curcubita moschata), a forma di clava o cilindrica.
Le due specie sono a loro volta distinte per dimensione, colore della buccia (giallo.arancio, verde, biancastro), tipo di buccia (liscia, rugosa, verrucosa) e infine colore della polpa. Le zucchine non sono che i frutti immaturi di color verde, ma commestibili, di alcune varietà di zucche. Anche i fiori della zucca sono commestibili.


APPORTO NUTRIZIONALE DELLA ZUCCA

La polpa è un'ottima fonte di betacarotene (il colore giallo-arancio deriva proprio da questa sostanza), precursore della vitamina A: fondamentale per lo sviluppo dei tessuti e la protezione delle mucose e degli epiteli (rafforzando i quali ne potenzia la funzione difensiva) è un antiossidante in grado di contrastare i radicali liberi che sono considerati una concausa nello sviluppo dei tumori; inoltre migliora la potenza visiva ed è utilizzata nella sintesi proteica.

La polpa contiene anche vitamina C ed E, che agiscono anch'esse come antiossidanti.

Contiene buone dosi di zuccheri, proteine e minerali; nei semi in particolari si trovano in buona quantità ferro e fosforo, oltre a potassio, calcio, magnesio e zinco.

La ricchezza nutrizionale e la buona presenza di fibre si accompagnano a un apporto calorico modesto (19Kcal per 100g): questo rende la zucca un alimento particolarmente indicato nelle diete ipocaloriche. Ovviamente, a questo scopo, è necessario consumarla in preparazioni con pochi grassi, ad esempio lessata o stufata al forno.

La zucca si altera rapidamente in presenza di ossigeno e a temperature elevate (sopra i 120°), la sua polpa andrebbe quindi, idealmente, consumata cruda in antipasti o insalate.


PROPRIETA' DELLA ZUCCA

La polpa e il succo di zucca hanno proprietà lassative e diuretiche.
I semi sono un potente vermifugo, specie contro la tenia (verme solitario); tale proprietà è dovuta a un amminoacido, la curcubitina, che paralizza il verme e ne provoca il distacco dalla parete intestinale.
Sono un'ottima fonte di energia e, grazie al loro contenuto in fitosteroli vegetali, sono utili nella prevenzione di infezioni alle vie urinarie.
Come tutti gli alimenti ricchi di vitamine antiossidanti e di caroteni la zucca è un prezioso alleato nella prevenzione del cancro, malattie cardiovascolari e cataratta. E' indicata in caso di diabete in quanto abbassa i livelli di zucchero nel sangue (solo 3,5 g di glucidi su 100) ed è utilizzata, a crudo, per curare infezioni all'apparato digerente.


ZUCCA E SALUTE: USO INTERNO

Per ottenere l'effetto lassativo, bere al mattino a digiuno una tazza di succo di zucca.
Per ottenere un effetto vermifugo, utilizzare i semi di zucca sbucciati (da 20 a 60 g in base al peso corporeo e all'età), mescolati con poco miele; assumere l'intera dose in una sola volta, a digiuno, e dopo circa 4 ore ingerire un cucchiaio di olio di ricino o extravergine di oliva. Questo trattamento non ha effetti indesiderabili e può essere ripetuto.


ZUCCA E SALUTE: USO ESTERNO

Le maschere e le lozioni di zucca hanno un effetto ammorbidente e vitaminizzante (per la presenza di vit. A ed E) per pelli stanche ed opache.


LA ZUCCA IN CUCINA

E 'dulcis in fundo' alcune indicazioni sull'uso che si può fare della zucca in cucina.
Sottolineato poc'anzi che il modo migliore per sfruttarne le qualità nutrizionali sarebbe l'assunzione a crudo, la cucina tradizionale prevede il suo utilizzo in diverse preparazioni cotte.

Rinomata in diverse zone del nord Italia come ingrediente principale di tortelli e cappellacci, la zucca è un eccellente complemento nella preparazione dei cereali (risotti, farrotti, orzotti) e zuppe.

La zucca scottata e poi passata e condita può trasformarsi in un ottimo purè così come diventare una morbida e dolce vellutata autunnale da guarnire con crostini di pane raffermo.

Per il suo sapore dolce e la morbidezza si presta anche alla preparazione di dolci e focacce rustiche.
Con i fiori, dal sapore delicato, si possono condire primi piatti o preparare gustosissime frittelle in pastella.


Biodomenica: le piazze del 3 ottobre

scritto da BRUNIVERSO 01/10/10 0 commenti


Riparte da questa domenica (3 ottobre 2010) il progetto Biodomenica, giunto alla XI Edizione.
Quest'anno, oltre a prodotti italiani, arriveranno sui banconi della Biodomenica anche prodotti biologici esteri. Tema di quest'anno è infatti il Glocal: Globale e Locale trovano un accordo affinché ciò che sia locale abbia impatto positivo su ciò che è globale.

Dal nostro canto promuoviamo oltre che i prodotti biologici, anche prodotti che siano a filiera corta e impatto zero. Staremo a vedere come si svolgeranno le Biodomeniche di quest'anno e se il fatto di introdurre anche prodotti esteri sia un vero vantaggio a livello globale o una semplice disattenzione a tutti gli aspetti che rendono un prodotto ecologico, sostenibile e sociale.

Il 3 ottobre 2010 non solo in Italia dunque, ma in molte piazze dei cinque continenti si svolgerà in contemporanea la Biodomenica.

Alcune piazze della BioDomenica 2010

  • Biodomenica Abruzzo -  Pescara Piazza I Maggio
  • Biodomenica Basilicata - Potenza mercato bio in Piazza della Prefettura
  • Biodomenica Calabria - Reggio Calabria Piazza Castello
  • Biodomenica Calabria - Spezzano Albanese (Cosenza) p.le della Chiesa di S. Luigi Gonzaga
  • Biodomenica Campania - Salerno Fiera Vivace, Via Lungo Irno (Parco Pinocchio)
  • Biodomenica Campania – Napoli mercato prodotti bio in Piazza Immacolata
  • Biodomenica Emilia-Romagna - Ferrara  BioDomenica Via delle Erbe 29
  • Biodomenica Friuli Venezia Giulia - Rivarotta di Teor (UD)  Via Rive 25
  • Biodomenica Lazio - Roma Fori Imperiali
  • Biodomenica Lombardia – Quartieri Niguarda e Isola
  • Biodomenica Lombardia - Brescia mercato dei prodotti bio all’antica cascina Maggia
  • Biodomenica Liguria - Genova  Festa del biologico P.zza del Caricamento
  • Biodomenica Marche - Ancona  Biologico P.zza Roma
  • Biodomenica Puglia - Bari  Parrocchia San Marco - Via Caldarola n°50 e corso Vittorio Emanuele
  • Biodomenica Piemonte – Torino mercato bio in Piazza Palazzo di Città
  • Biodomenica Sardegna - Cagliari  Lungomare Poetto
  • Biodomenica Sicilia – Trapani mercato bio in Piazza del Mercato del pesce
  • Biodomenica Sicilia - Ragusa Ibla mercato biologico in piazza Gian Battista
  • Biodomenica Umbria - Perugia p.zza Italia
  • Biodomenica Veneto - Padova p.zza dei Signori P.zza della Frutta
  • Biodomenica Trentino Alto Adige - Rovereto Centro sperimentale Navicello

In tutte le piazze della biodomenica saranno a disposizione dei visitatori/consumatori:

- Laboratori ludico/didattici
- Degustazioni delle produzioni biologiche locali
- Incontri, eventi e dibattiti sull'aspetto glocale del biologico
- Stand Info con materiali illustrativi
- Produttori e allevatori diretti, con i quali confrontarsi e chiedere informazioni


Benché noi vogliamo prima aspettare di vedere ciò che accade e di riflettere ancora a lungo su quanto sia giusto che  un prodotto biologico locale venga trasportato in giro per il mondo, vi lasciamo con un estratto dal sito Biodomenica.it che mette in luce come, dal punto di vista degli organizzatori, una soluzione 'glocale' possa essere di sostegno alla diminuzione della fame nel mondo:







Il biologico, una soluzione "glocale" alla fame nel mondo







- AIAB aderisce alla Petizione FAO 1billionhungry, la campagna mondiale per fare pressione sui governi sulle inaccettabili condizioni di vita di oltre un miliardo di persone che soffrono di fame.
Le firme per la petizione saranno raccolte durante l' iniziativa della Biodomenica 2010 il 3 ottobre su tutte le piazze nazionali ed internazionali.
Per dare forza alla richiesta di cambiamento, Aiab aderisce a 1billionhungry perché è consapevole di quanto un sistema agroalimentare virtuoso sia alla base di un reale contrasto alla povertà e alla fame del mondo. Secondo il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), infatti, tre quarti degli affamati nel mondo sono contadini poveri.
Ma il sistema agroindustriale dominante impone un progressivo e devastante impoverimento del mondo contadino, sostenendo false soluzioni come l'agricoltura Ogm, che sprofonda i contadini del Sud del mondo nei debiti per pagare le sementi, e la coltivazione estensiva di agrocombustibili, che strappa la terra ai piccoli coltivatori svalutandola con la connivenza delle multinazionali.
Al contrario, l'agricoltura biologica e locale, basata sul concetto di sovranità alimentare e rivalutazione del territorio, è in grado di sfamare le popolazioni del mondo, nel pieno rispetto dell'ambiente e della dignità dei lavoratori. 

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