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Alzheimer e demenza: rischio elevato per chi fuma

scritto da Andrea Vitali 27/10/10



Smettere di fumare per non aumentare le probabilità di demenza e Alzheimer.

L'ultima ricerca in ordine temporale sui danni provocati dal fumo mette in evidenza i danni procurati dalla nicotina al cervello in età adulta. 

La dottoressa Rachel Whitmer del Kaiser Permanetne (Oakland, California) ha coordinato un'equipe di ricercatori finlandesi, svedesi e americani. 


L'osservazione si è protratta per 23 anni e ha coinvolto più di 20.000 individui.

I risultati sono molto eloquenti: chi fuma più di 2 pacchetti di sigarette al giorno vede aumentare del 114% la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza. Percentuale che resta molto elevata, 37%, per chi fuma 1 pacchetto di sigarette al giorno.
Queste evidenze vanno ad aggiungersi a quelle già consolidate sulla relazione diretta tra fumo e patologie quali ictus e cancro al polmone.

Lo studio contiene anche una buona notizia: chi ha fumato in passato e poi smesso non ha mostrato rischi di demenza superiori alla media negli anni successivi. Occorrono però 20 anni dall'ultima sigaretta fumata affinchè il rischio torni a 'quote' più normali.

Questa ricerca non fa che confermare i danni che il fumo procura al sistema cardiocircolatorio. Il fumo favorisce sia l'insorgenza di uno stato infiammatorio diffuso che la restrizione dei vasi sanguigni del cervello, entrambi fattori coinvolti nell'insorgenza di molte forme di demenza e nel morbo di Alzheimer.

Il testo originale dello studio: Archives of Internal Medicine.




2 commenti

  1. sandro scrive:
  2. le sigarette ce le vende lo stato, com'è sta storia? lo stesso stato che ci proibisce l'erba, oh!! che non ha mai fatto morire nessuno, che la vendessero almeno guadagnerebbero pure su quella... senza uccidere milioni di persone con le sigarette.

     
  3. Andrea Vitali scrive:
  4. Ciao Sandro,
    lo stato vende le sigarette, ok, così come vende gratta e vinci e macchinette mangiasoldi. Nei bar puoi comprare coca cola, red bull e jack daniels. A scuola i bambini mangiano cibi transgenici, irradiati e carichi di grassi saturi. Non mancano certo le 'distrazioni' e le 'distruzioni' in questo assoluto medio evo dell'etica e dei valori.
    La differenza la fa sempre e solo l'individuo con le sue scelte.

    La pianta di canapa è una risorsa straordinaria criminalmente boicottata, spero e credo ancora per poco, viste le infinite applicazioni cui si presta.
    Nel frattempo il peggior uso che se ne può fare è quello per cui è criminalizzata, il fumo.
    Il 'non ha mai fatto morire nessuno' è un luogo comune che non riesco più a sopportare, su cui ti invito a riflettere visto che solo recentemente si stanno cominciando a fare studi attendibili in materia.
    Studi che mettono in evidenza i danni cerebrali e psichici conseguenti a un uso prolungato e assiduo di cannabinoidi (NB: si intende un consumo quotidiano per una durata di almeno 10 anni).
    In questi casi si riscontra sistematicamente una riduzione bilaterale del volume di amigdala e ippocampo, 2 zone del cervello particolarmente recettive ai cannabinoidi).
    Per farla semplice l'amigdala presiede al controllo di paura e aggressività, l'ippocampo è coinvolto nei processi di memorizzazione. La contemporanea atrofizzazione di entrambe le aree riscontrata nei fumatori di canapa porta alla comparsa di psicosi, problemi mnemonici precoci, disordini e instabilità mentale solo per elencare le più diffuse.
    Queste osservazioni di laboratorio sfatano una volta per tutte i luoghi comuni circa l'assenza di conseguenze permanenti legate all'uso di cannabis.
    Altri miti da sfatare sono 'il fumo non da dipendenza' e 'fa meno male delle sigarette'. La dipendenza è implicita nell'azione del THC che ha la capacità di alzare i livelli di dopamina, lo stesso meccanismo alla base dell'induzione di dipendenza. Quanto al confronto con le sigarette, questo è impietoso a sfavore del fumo di marjiuana che, ancora dati di laboratorio alla mano, nella combustione produce idrocarburi policiclici cancerogeni in quantità 20-30 volte più elevate rispetto a una sigaretta. A questo si aggiunga la temperatura del fumo nettamente più alta (altro fattore cancerogeno) e, ultimo ma non ultimo, la presenza di sostanze chimiche di ogni genere: fertilizzanti e additivi per elevare il livello di thc, ammoniaca, solventi, lucido per le scarpe e olio per motori.... Può bastare?
    Ah no, dimenticavo che la coltivazione illegale di cannabis danneggia l'ambiente, riduce in condizioni penose gli abitanti dei villaggi in cui viene prodotta, alimenta e arricchisce la criminalità organizzata.

    Caro Sandro, 'piove governo ladro' non porta da nessuna parte, la differenza (repetita juvant) la fa sempre e solo l'individuo con le sue scelte.

    E grazie per lo spunto,
    Andrea

     

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