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Il ciclo produttivo dell'alimento carne è il più insostenibile per il pianeta.

Nessuna attività produttiva destinata all'alimentazione umana è altrettanto costosa in termini di risorse idriche e inquinamento ambientale quanto l'allevamento di animali per la produzione di carne da macello.

E' quindi così strano che l'alimento carne sia anche il più controverso e 'inquinante' per la salute dell'essere umano?





La Carne e l' Acqua nel Mondo

Per 1 kg di carne servono 15-20mila litri d'acqua, per far crescere un pomodoro 13 litri, per un caffè 140. Lo dice allarmata la Fao: la domanda d’acqua crescerà sempre più e “causerà un’altra crisi globale”.
Ormai sono in molti ad affermarlo: mangiare meno carne contribuirebbe a diminuire notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Ne abbiamo già parlato in passato citando il National Institute for Agricultural Technology dell’Argentina. Oggi è la volta della tesi dell’economista indiano Rajendra Pachauri, presidente del Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC).

Lo scorso 8 settembre a Londra Pachauri ha presentato un documento dal titolo “Riscaldamento globale: l’impatto sui cambiamenti climatici della produzione e del consumo di carne”.
Secondo l’economista produrre 1 kg di carne ha tantissimi costi in termini ambientali: si emettono ben 36,4 chili di anidride carbonica; si rilasciano nell’ambiente sostanze fertilizzanti pari a 340 grammi di anidride solforosa e 59 grammi di fosfati. In pratica produrre un chilo di carne ha lo stesso impatto ambientale di un’auto media europea che percorre 250 chilometri!


La produzione di carne

D’altra parte produrre carne prevede una serie di attività che necessitano energia ed inquinano. Bisogna organizzare trasporti che rispettino la catena del freddo, nei supermercati sono necessari frigoriferi, è necessario un packaging adeguato per offrire il prodotto ai consumatori i quali, poi, consumeranno dell’altra energia per cucinare la carne e produrranno dei rifiuti per smaltire gli avanzi.
Nel suo studio Pachauri esamina anche l’impatto dell’allevamento in termini di sfruttamento del suolo. In particolare, il settore zootecnico sfrutta il 30% delle terre del pianeta e il 70 % di quelle destinate all’agricoltura. Il 70% della foresta amazzonica ormai scomparsa è ora occupato da pascoli e campi coltivati a foraggio. Una produzione, quest’ultima, che preoccupa gli esperti perché determina sovrasfruttamento del suolo.

Produrre carne necessita, inoltre, di una quantità di acqua maggiore rispetto ad altre produzioni vegetali. Ecco qualche esempio. Per ottenere un chilo di mais sono necessari 900 litri di acqua; per un chilo di riso 3.000 litri; per un chilo di pollo 3.900 litri; per un chilo di maiale 4.900 litri e per un chilo manzo ben 15.500 litri di acqua!


PERCHE' SERVE TANTA ACQUA PER PRODURRE CARNE?

La premessa da fare, per comprendere i motivi dell'impatto delle nostre scelte alimentari sul consumo d'acqua, riguarda il fatto che gli animali d'allevamento sono "fabbriche di proteine alla rovescia".
Infatti, gli animali consumano molte più calorie, ricavate dai vegetali, di quante ne producano sottoforma di carne, latte e uova: come "macchine" che convertono proteine vegetali in proteine animali, sono del tutto inefficienti.
Il rapporto di conversione da mangimi vegetali dati agli animali a "cibo animale" per gli umani varia da 1:30 a 1:4, a seconda della specie animale, vale a dire: per produrre 1 kg di carne servono da 4 a 30 kg di vegetali coltivati appositamente. Per la loro coltivazione serve acqua. Per dar da bere agli animali serve acqua. Per pulire stalle e macelli serve acqua.


Dalle Istituzioni e dal Mondo Scientifico

In organizzazioni come l'OMS, la FAO e la Banca Mondiale, aumenta sempre di più la preoccupazione per l'impatto dell'allevamento industriale sull'utilizzo delle terre coltivabili e conseguentemente sulla possibilità o meno di nutrire il mondo in modo efficiente.
Esse affermano: "L'aumento del consumo di prodotti animali in paesi come il Brasile e la Cina (anche se tali consumi sono ancora ben al di sotto dei livelli del Nord America e della maggior parte degli altri paesi industrializzati) ha anche considerevoli ripercussioni ambientali. Il numero di persone nutrite in un anno per ettaro varia da 22 per le patate, a 19 per il riso fino a solo 1 e 2 persone rispettivamente per il manzo e l'agnello. Allo stesso modo, la richiesta d'acqua diventerà probabilmente uno dei maggiori problemi di questo secolo. Anche in questo caso, i prodotti animali usano una quantità molto maggiore di questa risorsa rispetto ai vegetali." [WHO/FAO2002].

L'acqua richiesta per produrre vari tipi di cibo vegetale e foraggio varia dai 500 ai 2000 litri per chilo di raccolto prodotto. Il bestiame utilizza in modo diretto solo l'1,3% dell'acqua usata in totale in agricoltura; tuttavia, se si prende in considerazione anche l'acqua richiesta per la coltivazione dei cereali e del foraggio per uso animale, la quantità d'acqua richiesta è enormemente più elevata. Per 1 kg di manzo da allevamento intensivo servono 100.000 litri d'acqua (200.000 se l'allevamento è estensivo); per 1 kg di pollo, servono 3500 litri d'acqua, 2000 per la soia, 1910 per il riso, 1400 per il mais, 900 per il grano, 500 per le patate. [Pimentel1997]

Il direttore esecutivo dell'International Water Institute di Stoccolma, ha dichiarato "Gli animali vengono nutriti a cereali, e anche quelli allevati a pascolo richiedono molta più acqua rispetto alla produzione diretta di grano. Ma nei paesi sviluppati, e in parte in quelli in via di sviluppo, i consumatori richiedono ancora più carne [...]. Ma sarà quasi impossibile nutrire le future generazioni con una dieta sul genere di quella che oggi seguiamo in Europa occidentale e nel Nord America". Ha aggiunto inoltre che i paesi ricchi saranno in grado di aggirare il problema importando acqua virtuale, il che significa importare cibo (mangime per animali o carne) da altri paesi, anche da quelli che non hanno abbastanza acqua. [Kirby2004]






La Carne consuma ed INQUINA L'ACQUA

Altro problema: lo smaltimento di deiezioni prodotte dagli animali degli allevamenti intensivi.
Le deiezioni liquide e semi-liquide del bestiame contengono livelli di fosforo e nitrogeno al di sopra della norma, perché gli animali possono assorbire solo una piccola parte della quantità di queste sostanze presenti nei loro mangimi.

Quando gli escrementi animali filtrano nei corsi d'acqua, il nitrogeno e fosforo in eccesso in essi contenuto rovina la qualità dell'acqua e danneggia gli ecosistemi acquatici e le zone umide.
Circa il 70-80% del nitrogeno fornito ai bovini, suini e alle galline ovaiole mediante l'alimentazione, e il 60% di quello dato ai polli "da carne" viene eliminato nelle feci e nell'urina e finisce nei corsi d'acqua. [CIWF2004]


Un anno intero di acqua per soli 5 kg di carne

Per concludere, un dato emblematico, che fa riflettere: il settimanale Newsweek ha calcolato qualche anno fa che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media americana in un anno (5 kg di carne non bastano a coprire il consumo di una settimana, per la stessa famiglia!).
Perciò è chiaro che la prima cosa da fare, per risparmiare davvero acqua, è diminuire i consumi di alimenti animali, privilegiando il consumo diretto di vegetali (cereali, legumi, verdura, frutta, nelle migliaia di possibili ricette appetitose che si possono preparare): come singola azione da compiere è la più potente in assoluto, molto di più di qualsiasi altra azione di risparmio il singolo cittadino possa intraprendere.
D'altro canto, è noto che l'attuale consumo di alimenti animali è di molto superiore al massimo consigliato dall'Istituto Mondiale per gli studi sul Cancro (World Cancer Institute), che consiglia, nelle sue linee guida per la prevenzione del cancro, di non consumare più di 80 grammi al giorno di carne rossa, il che significa 30 kg l'anno come MASSIMA quantità di carne rossa ammessa. In Italia, ogni anno si consumano mediamente 62 kg di carne rossa pro-capite, più 30 kg di altra carne, quindi il doppio rispetto al massimo consigliato.


Modificando le nostre abitudini alimentari, 
faremmo molto per l'ambiente.
Faremmo un gran regalo alla nostra salute
e al futuro dei nostri figli


Fonti:
[CIWF2004] CIWF, "The global benefits of eating less meat", CIWF Trust, 2004
[Kirby2004] Alex Kirby, "Hungry world 'must eat less meat'", BBC News Online, August 15 2004
[Pimentel1997] Pimentel D., Houser J., Preiss E., White O., "Water Resources: Agriculture, the Environment, and Society", Bioscience, February 1997 Vol. 47 No. 2.
[WHO/FAO2002] WHO/FAO, Diet, nutrition, and the prevention of chronic disease. Report of the Joint WHO/FAO expert consultation, 26 April 2002.



La crisi dell'acqua

scritto da Andrea Vitali 1 commenti



Pubblichiamo un articolo tratto da La Nuova Ecologia.

Nel mondo 1,1 miliardi di persone non hanno accesso sufficiente a fonti d'acqua pulita e 2,6 miliardi non dispongono di servizi igienici adeguati. Secondo la Fao la questione dell'acqua è destinata a scoppiare perché la pressione demografica si farà sempre più forte e la domanda alimentare globale e la richiesta di energia aumenteranno

L'oro blu sarà dietro la prossima crisi globale. Quello dell'acqua è un problema simile ad una bomba ad orologeria innescata che, prima del petrolio e di una nuova impennata dei prezzi delle materie prima agricole, potrebbe deflagrare. Èquesto il clima che si respira a meno di due mesi dal Forum Mondiale sull'acqua che si terrà a Istanbul, in Turchia dal 16 al 22 marzo, secondo il capo dell'Unità della Fao di Sviluppo e Gestione dell'acqua Pasquale Steduto, che ha fornito i numeri di quella che appare come una guerra annunciata: nel mondo 1,1 miliardi di persone non hanno accesso sufficiente a fonti d'acqua pulita e 2,6 miliardi non dispongono di servizi igienici adeguati.

"C'è un'atmosfera di alto rischio di conflitto - ha detto all'Ansa Steduto - come è accaduto nel caso dei prezzi". La questione dell'acqua è destinata a scoppiare perché la pressione demografica si farà sempre più forte - secondo alcune stime della Fao, entro il 2050 la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi di persone - e la domanda alimentare globale e la richiesta di energia aumenteranno. Gli esperti mondiali del settore sono pronti a sedere al tavolo del Forum Mondiale di Istambul e a scrivere "una dichiarazione di intenti su quella che potrebbe diventare l'agenda tecnica dei governi in materia di acqua - ha aggiunto Steduto - la novità di questo documento sta nel fatto che il governo turco si è impegnato a portarla all'esame delle Nazioni Unite", dove potrebbe essere ratificato.






Le crisi, però, si diffondono più velocemente di quanto possano fare gli esiti degli incontri internazionali e sin da ora economie emergenti come India e Cina avvertono i risvolti preoccupanti della scarsità delle risorse idriche. "Molti fiumi cinesi e indiani non arrivano più al mare, si stanno prosciugando dopo uno sfruttamento eccessivo - ha spiegato Steduto - la conseguenza sarà un aumento delle importazioni, non potendo più soddisfare il fabbisogno alimentare". Ma come è già accaduto per le materie prime agricole, è dietro l'angolo la reazione nazionalista, cioè "l'interesse dei singoli Paesi a difendere le proprie risorse - ha proseguito Steduto - dopo questo passaggio ci si renderà conto che l'unico modo di risolvere questo problema globale, passa dalla cooperazione internazionale".

È necessario un cambio di rotta, partendo dal settore agricolo che, oggi, assorbe il 70% di tutta l'acqua prelevata da laghi, fiumi e falde acquifere. "Il primo passo è quello di eliminare gli sprechi - ha concluso Steduto - poi quello di aumentare la produttività agricola impiegando la stessa quantità d'acqua. Se si riuscisse a mantenere la stessa produzione agricola con una riduzione dell'1% nel consumo di acqua, questo si tradurrebbe in un aumento del 10% della disponibilità di acqua per altri settori".

La Nuova Ecologia.


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