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I farmaci che fanno ammalare

scritto da Andrea Vitali 13/02/08

Tratto da : La Stampa.

La stagione è in agguato e i primi starnuti da pollini si fanno già sentire. Ma ci sono allergie buone, si fa per dire, tutto l’anno. Legate, per ironia, alla ricerca della salute. Crescono, infatti, gli italiani allergici a vari tipi di farmaci. Un incremento dovuto al fatto che stiamo diventando, sempre più, «mangiatori di pillole». L’enorme aumento del consumo di medicinali, ma anche la continua introduzione sul mercato di molecole di nuova sintesi e chimicamente diverse, hanno determinato una continua crescita degli effetti indesiderati.

I sintomi delle allergie ai farmaci sono di varia natura. Possono andare dal gravissimo choc anafilattico a reazioni cutanee di diverso genere, sfoghi che ricordano l’esantema del morbillo o della scarlattina o, ancora, all’orticaria. Ci sono poi le temute sindromi respiratorie, come l’asma causata da analgesici.

Domani si aprirà, a Roma, un simposio nazionale di allergologia e sono proprio questi esperti a lanciare l’allarme perché, dicono, il fenomeno sta prendendo consistenza preoccupante.

Secondo i loro dati, una percentuale variabile dall’1 al 10 per cento della popolazione ha avuto una o più reazioni da ipersensibilità a un qualche medicinale. E si calcola che dal 3 all’8 per cento dei ricoveri ospedalieri siano da attribuirsi a effetti collaterali inattesi dovuti a terapie farmacologiche.

Gli allergologi insistono che il problema non va sottovalutato, soprattutto quando si tratta di fare i conti con eventi avversi che riguardano i bambini.

Il consumo di medicinali registra un’impennata. Dal 2000 al 2006, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed), le dosi di farmaci consumati sono salite del 48%. Due i motivi principali: da un lato le sempre più raffinate strategie di mercato delle aziende produttrici, dall’altro l’invecchiamento della popolazione.

E si prevede che a ogni punto percentuale in più di popolazione over 65, si avrà un +7 per cento di consumo di farmaci. Trend confermato anche dall’ultimo Rapporto Osmed (relativo al periodo gennaio-settembre 2007) che segnala un incremento delle dosi prescritte ai pazienti: circa 880 ogni mille abitanti, con un aumento del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2006.


Gli italiani, dunque, si attestano come grandi consumatori di medicinali: «Proprio l’utilizzo crescente e spesso indiscriminato - sostiene Giampiero Patriarca, direttore della Scuola di specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica all’Università Cattolica di Roma - è alla base dell’incremento continuo di reazioni da ipersensibilità, alcune mediate da meccanismi immunologici, che danno luogo ad allergie, e altre da meccanismi extra-immunologici, che sono responsabili di intolleranza».

Una realtà che rischia di provocare reazioni a catena. Secondo l’esperto, i casi registrati, e che pongono sul banco degli imputati farmaci comunemente usati nelle procedure clinico-diagnostiche, hanno generato un profondo allarmismo nei pazienti e un atteggiamento di eccessiva cautela nei medici. «Tutto questo - commenta - finisce per causare forti riverberi sullo svolgimento dei normali iter diagnostico-terapeutici». L’allergologo, quindi, ritiene indispensabile «conoscere i meccanismi alla base di questi fenomeni per aiutare i medici nella gestione pratica dei pazienti a rischio e, nel contempo, limitare le ansie del malato».

Il problema non riguarda, naturalmente, soltanto il nostro Paese. Negli USA, per esempio, si calcola che il 3-5% di tutti i ricoveri ospedalieri sia dovuto a reazioni ai farmaci. Anche se , la reale incidenza delle farmacoallergie non è facile da rilevare per diversi motivi: la difficoltà nello stabilire sempre un rapporto di causa-effetto e quella nel discriminare con certezza tra i sintomi attribuibili alla patologia in atto e i sintomi legati all’assunzione della terapia.





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