L'acetato di vinile, presente nelle gomme da masticare, può provocare tumori, inoltre l'impatto ambientale delle gomme da masticare è enorme.
Chi ha inventato le gomme da masticare
La nascita della moderna gomma da masticare si deve a William Semple, il quale brevettò la prima ricetta il 28 dicembre 1869. Le prime palline di gomma da masticare vennero messe in vendita nel New Jersey nel 1871, ma erano molli e senza sapore.
Gomme da masticare: i danni per la salute
La Fondazione Ramazzini di Bologna, uno dei più importanti istituti al mondo per la ricerca sul cancro, ha fatto sapere che l'acetato di vinile va considerato a tutti gli effetti un agente patogeno altamente cancerogeno. Infatti può causare tumori del cavo orale, dell'esofago e dello stomaco.
Per questo i ricercatori della fondazione sostengono che l'acetato di vinile dovrebbe essere rimosso dalle gomme da masticare per "evitare che i consumatori, in particolare i bambini e le donne in gravidanza, siano esposti a molecole della sostanza che possono essere rilasciate dalla resina".
L'acetato di vinile
L'
acetato di vinile o
vinil acetato è l'estere vinilico dell'acido acetico.
A temperatura ambiente è un liquido incolore, infiammabile, dall'odore dolciastro. Data la facilità con cui può polimerizzare, viene generalmente conservato per aggiunta di stabilizzanti.
Il suo polimero, noto semplicemente come
acetato, è un materiale perfettamente trasparente, utilizzato spesso in fogli sottili come supporto per disegni, da riprodurre tramite procedimento fotochimico.
Attualmente sono disponibili altri supporti di composizione diversa ma con la stessa funzione e ultimamente sono disponibili particolari pellicole trasparenti utilizzabili anche con stampanti a getto di inchiostro, mentre l'acetato è utilizzabile solo con vernici a base non acquosa. (
Wikipedia -
Acetato di Vinile)
Gomme da masticare: forse l'hanno inventata
'E’ arrivata la gomma da masticare biodegradabile. Non si attacca agli abiti o al marciapiedi, diventa polvere in pochi minuti, non inquina il terreno e il mare.
Costa un euro e cinquanta centesimi a pacchetto, e si produce in Messico, attraverso il lavoro di 56 cooperative che riuniscono 2mila agricoltori. Si tratta di una doppia buona notizia.
Da un lato, infatti, viene introdotto sul mercato un prodotto di largo consumo che non produce danni all’ambiente, dall’altro versante si offre un’opportunità a una larga comunità di contadini che lavorano la terra in un paese ancora con un alto tasso di povertà.
Ma basterà un’invenzione da agricoltura moderna per contenere i danni che, ogni giorno, facciamo anche solo per distrazione, con piccoli gesti? Già, perché la gomma da masticare nella sua pochezza dimostra quanti guasti si possono provocare con i comportamenti dell’uomo prepotente e irresponsabile di fronte al delicato equilibrio della natura. Pensate: servono cinque anni per eliminare una gomma da masticare finita nel mare.
E soltanto nell’Oceano Pacifico sono state contate 100 milioni di tonnellate di rifiuti, che nell’80 per cento dei casi, arrivano dalla terraferma. Immondizia. Infilata dalle mani dell’uomo con una sconcertante frequenza, tanto che gli scienziati hanno definito il fenomeno Pacific Trash Vortex, il vortice della spazzatura che distrugge fauna e flora marina. Non va meglio nelle strade, dove le gomme da masticare prima di incollarsi sotto le suole delle nostre scarpe, sporcano ogni angolo dei marciapiedi. In Gran Bretagna è stato calcolato che per ripulire la centralissima Oxford Street a Londra dalle tracce delle gomme sputate dai cittadini servono ben17 settimane. Dunque, è impossibile.
Vedremo se e come la gomma biodegradabile ci aiuterà a essere meno spreconi, meno dissipatori di luoghi e atmosfere. Magari diventerà un fenomeno di moda, uno status symbol dei consumi da “green economy”. Intanto, proviamo a fare attenzione quando usciamo di casa e ricordiamoci del danno che possiamo provocare, innanzitutto a noi stessi, con un semplice atto di inciviltà.' (sempre da Il Messaggero, citato sul sito web
Non Sprecare, che consiglio di navigare.)
Dall'Istituto di Medicina del Lavoro della Cattolica di Roma
ACETATO DI VINILE TRA CAUSE SCLEROSI SISTEMICA
(AGI) - Roma, 28 apr. 2010 - Tra le possibile cause della sclerosi sistemica c'e' l'esposizione ad acetato di vinile. Lo riferisce un pool di ricercatori dell'Istituto di Medicina del Lavoro della Cattolica di Roma in uno studio opubblicato su 'Occupational and Environmental Medicine'. La sclerosi sistemica, detta anche 'sclerodermia', e' una malattia cronica e progressiva di tipo autoimmune. L'eziologia della patologia, che causa l'ispessimento della pelle, arrivando nei casi piu' gravi a colpire anche i tessuti di polmoni, cuore, reni, esofago e tratto gastro-intestinale, e' probabilmente multifattoriale e non ancora completamente definita. Tra i molti fattori endogeni ed esogeni coinvolti, i rischi professionali possono svolgere un ruolo essenziale. I ricercatori dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, coordinati da Nicola Magnavita e diretti da Antonio Bergamaschi, hanno osservato un 'cluster' di scleroderma localizzato e sistemico in un piccolo gruppo di operaie grafiche esposte a colle poliviniliche contenenti fino all'1% di acetato di vinile. Sull'ultimo numero di 'Occupational and Environmental Medicine' (la principale rivista del settore) la rete francese per la sorveglianza delle nuove malattie professionali emergenti, ha recensito una recente segnalazione relativa a un cluster di sclerodermia in lavoratori esposti ad acetato di vinile, mettendola in relazione con le ricerche prodotte da altri 30 centri ospedalieri universitari. E' possibile che questa sostanza, finora ritenuta pressoche' innocua, possa produrre questa grave malattia. "La metodologia dello studio e' stata estremamente semplice e tipico dell'epidemiologia occupazionale applicata alla pratica clinica", ha spiegato Magnavita, "tutto ha avuto origine con l'osservazione di segni di connettivite (malattia multisistemica caratterizzata da infiammazione a carico del tessuto connettivo e dei vasi sanguigni) in una paziente ricoverata al Policlinico Gemelli. Nel corso dell'anamnesi lavorativa la donna ha riferito che altre lavoratrici della stessa azienda presentavano sintomi simili. La ricerca attiva di questi casi ha consentito di dimostrare che altre quattro colleghe su un totale di 24 avevano sviluppato la stessa patologia". L'esposizione a vinil acetato e' stata associata con l'acidificazione dell'ambiente endocellulare, che induce effetti citotossici e mitogeni ritenuti l'evento sentinella che puo' precedere il cancro. "La produzione di autoanticorpi nella sclerosi sistemica dipende da una fase di acidificazione cellulare", ha concluso l'esperto, "studi successivi sono necessari per chiarire la relazione tra acetato di vinile e scleroderma".
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