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LO ZUCCHERO BIANCO RAFFINATO

Lo zucchero bianco, che ogni giorno introduciamo nel nostro corpo direttamente così com'è o attraverso dolci, caramelle, bevande commerciali, conserve, liquori ecc..
I danni dello zucchero bianco sono moltissimi. In diversi articoli qui su Il Sentiero della Natura ne abbiamo parlato.


Lo zucchero bianco raffinato il prodotto finale di una lunga trasformazione industriale che uccide e sottrae tutte le sostanze vitali e le vitamine presenti nella barbabietola o nella canna da zucchero che sono il punto di partenza per la produzione dello zucchero.

Le sostanze zuccherine sono alimenti importantissimi della nostra dieta poichè rappresentano la fonte primaria per la produzione di energia che serve a far funzionare correttamente tutto il nostro organismo, incominciando dal cervello fino a finire con i muscoli e per questo motivo devono essere completi di tutto ciò che la Natura ha loro fornito per cedere al nostro corpo, durante il processo dell'assimilazione, la loro ricchezza.

Ma perché lo zucchero bianco
ha caratteristiche tossiche?

Lo scienziato Dr. M.O. Bruchner, specialista delle malattie interne, primario dell'ospedale Eben Ezer, LemgoLippe, (Germania), a conclusione delle sue ricerche scientifiche e delle sua attività quale medico pratico dice: "L'uomo necessita di idrati di carbonio per la sua attività, quali fattori di energia. Lo zucchero è un idrato di carbonio"; di conseguenza ognuno pensa: lo zucchero è uno degli alimenti più favorevoli per produrre energia. Cosa vi è da obiettare? Parecchie cose vi sono da obiettare.

Gli zuccheri industriali, come pure lo zucchero d'uva fabbricato sinteticamente, sono isolati "chimicamente puri", che nel corpo agiscono ben diversamente. Per la loro decomposizione e disposizione necessitano delle stesse vitamine e sostanze minerali come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il corpo, impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni dall'altro.

Purtroppo la scienza ha sempre trascurato, e trascura tuttora, di far presente questa enorme differenza e di portarla sotto gli occhi dei profani. Se ci occupiamo qui degli effetti e del valore dello zucchero quale alimento, sia ben chiaro che si tratta dello zucchero industriale quale isolato chimicamente puro (zucchero bianco).


Fonte: Vivere Meglio (consiglio di leggere tutto il PDF)

Esistono in natura diverse alternative allo zucchero raffinato, basta conoscerle e usarle!

Aggiunta 2010:
Abbiamo scritto qualcosina anche sulla Stevia. Alla pagina: Stevia.




Fonte: La7.

La mente vaga e cambiano connessioni cerebrali.
Bisogna usare il più possibile il nostro cervello, perché, quando la mente "vaga" , è segno che in quel momento ci si annoia e il cervello si disconnette. Lo dice Daniel Weissmann, Università del Michigan, Ann Arbor, che ha scoperto che non solo l'attività delle diverse regioni cerebrali cambia quando l'attenzione viene meno , ma che, avvengono dei cambiamenti anche nella comunicazione tra le diverse aree cerebrali.

Weissman ha analizzato con la risonanza Magnetica funzionale l'attività cerebrale di un gruppo di volontari ai quali aveva chiesto di passare un'ora ad identificare delle lettere che apparivano e scomparivano velocemente, come dei flash, su uno schermo posto dinnanzi a loro.
Con il passare del tempo lo scienziato osservava che le reazioni cerebrali dei soggetti rallentavano, segno che l'attenzione stava scemando. Durante questi "abbassamenti" dell'attenzione, anche la comunicazione tra le regioni cerebrali deputate all'autocontrollo, alla visione e al linguaggio si spegnevano poco a poco.

"Durante il test, a causa della noia , l'attenzione non 'oliava' più le connessioni cerebrali - ha spiegato Weissman che ha presentato il suo studio al "Neuroscience 2008", il 38mo incontro annuale della Società di Neuroscienze che si è svolto a Washington nel mese di novembre. "Questo vuol dire - precisa lo scienziato - che queste regioni si erano disconnesse". 

L'attenzione, secondo Weissman, è come un amplificatore della comunicazione che si focalizza in determinati momenti solo sulle connessioni che collegano certe regioni del cervello. Quando questo amplificatore si sposta su un altro canale di connessioni,quindi cambia l'oggetto dell'attenzione, le altre si indeboliscono e la comunicazione tra le aree cerebrali rallenta e l'attenzione cade.

I ricercatori hanno anche notato che quando l'attenzione cade, si accende una particolare area cerebrale e hanno utilizzata come segnale per prevedere quando la mente si concentra su un altro obiettivo. "Questo studio dimostra - ha concluso Weissman - che in futuro si potranno usare i segnali cerebrali per prevedere un comportamento".


    
   Sintomi di astinenza 
e cambiamenti neurochimici 
così come per le droghe


E' lo zucchero raffinato ed dimostralo, tra i tanti,  Bart Hoebel
del Princeton Neuroscience Institute.



Uno studio dell'Università di Princeton, nel New Jersey, dimostra che molti "golosi" sono in realtà tossici perché lo zucchero raffinato - a quanto pare - provoca dipendenza. Sembra una curiosità ma questa dei ricercatori di Princeton è una scoperta, importante per il mondo scientifico perché conferma ciò che molte persone a dieta sospettavano da tempo: lo zucchero raffinato è una  droga.

Secondo il neuroscienziato Bart Hoebel, abbuffarsi di zucchero raffinato può infatti avere effetti sul cervello molto simili a quelli provocati da un abuso di sostanze stupefacenti. Il ricercatore ha presentato i risultati della sua analisi al meeting del College americano di Neuropsicofarmacologia a Scottsdale, in Arizona: lo studio è stato svolto utilizzando delle cavie e somministrando loro dosi elevate di acqua zuccherata ogni giorno, dopo che avevano passato la notte a digiuno.

Nel giro di tre settimane, gli animali hanno cominciato a dare segni di impazienza e frenesia, mostrando insomma un comportamento simile a quello dei tossicodipendenti in crisi di astinenza. "Rimanevano a lungo desiderosi di ricevere una nuova "dose", erano incontrollabili", ha spiegato Hoebel.
L'esperimento ha mostrato negli animali un aumento nel cervello della dopamina. "E' una sostanza che si trova nel nucleus accumbens, la parte adibita alla motivazione e al meccanismo della ricompensa - ha detto Hoebel - e si sa da tempo che l'abuso di droghe fa aumentare il rilascio di dopamina in questa parte del cervello: in questo caso abbiamo scoperto che lo zucchero raffinato agisce allo stesso modo".

In un altro esperimento le cavie, dopo essere state nutrite per un periodo a base di zucchero raffinato, sono state costrette a passare alcune settimane senza più riceverne. Quando la sostanza veniva reinserita nell'alimentazione, ne consumavano molta più di prima.


A un certo punto gli scienziati hanno deciso di variare sostituendo l'acqua zuccherata con dell'alcol e hanno notato che quelle nutrite con lo zucchero raffinato ne bevevano più di quanto avrebbe fatto un topo normale. "Ancora non sappiamo come reagiscono gli esseri umani - ha concluso l'autore dello studio - Ma quel che è certo è che esiste un nesso tra la dipendenza da sostanze stupefacenti e lo sviluppo di un desiderio morboso di dolcificante".

Secondo il professor Pierfranco Spano, docente di farmacologia e tossicologia presso l'Università degli Studi di Brescia, è comunque plausibile che lo zucchero raffinato provochi dipendenza anche su di noi. "I cosiddetti sistemi di ricompensa che abbiamo nel cervello, dalla medicina anglosassone definiti "rewarding system", mediano gli effetti di tutte le sostanze da abuso. Esiste cioè una partecipazione di sistemi cerebrali in cui la master key è la dopamina.

Si tratta in genere di comportamenti appetitivi che partono dal masencefalo e arrivano nel nucleus accumbens, una parte del cervello a sua volta suddivisa in due zone, la cosiddetta "shell".
Questa "conchiglia" si accende in caso di desiderio o di previsione di ricompensa". Il professore precisa anche che in campo scientifico esistono i cosiddetti "gradini di rigore dimostrativo": a volte cioè vengono fatte delle scoperte fondamentali e in un secondo momento vengono costruite le teorie, in modo tale che, come diceva Popper, la prova non possa essere confutata.

A questa scoperta, insomma, manca una teoria di supporto, ma il primo passo è stato fatto e si tratta di un gradino importante. "I geni e lo sviluppo postnatale - conclude Spano - indirizzano a lungo andare le persone verso alcol, zucchero raffinato o cocaina.

La "scelta" dell'oggetto della dipendenza viene fatta in base all'esperienza e alla predisposizione personale: ed è su questo fronte che la scienza sta maggiormente indagando".

La scoperta di Hoebel rappresenta dunque la quadratura del cerchio di tutta una serie di studi e potrebbe avere risvolti importanti per le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, come binge eating (crisi da alimentazione incontrollata) o bulimia. (ma anche e soprattutto, aggiungo io, a disturbi della sfera psicoemotiva e a tutta una serie di patologie riconducibili all'assunzione di questo non-alimento)
da Repubblica.it, 11 dicembre 2008

Scheda tecnica Zucchero Raffinato.

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Entanglement

scritto da Andrea Vitali 17/10/08 0 commenti


Dal dizionario Il Ragazzini – Zanichelli

Entanglement:


1) l’impigliarsi; l’intrecciarsi; l’irretire; l’essere irretito
2) imbroglio; intrico; groviglio
3) coinvolgimento (dei sentimenti); relazione amorosa
4) (mil.) reticolato

(Nella foto... i nostri amati Lamb!)


Intervista di Scienza e Conoscenza a Massimo Teodorani, autore del libro Entanglement:qua.

Entanglement, che significa?
A cura di Elsa Nityama Masetti


Scienza e Conoscenza: Entanglement, una parola esotica o un termine tecnico? E' uno di quei termini che sembra non trovare una traduzione "stabile" nel vocabolario italiano. Inoltre indica un fenomeno al primo approccio altrettanto sfuggente, inafferrabile. In poche parole fruibili a tutti, che cosa si intende per entanglement?
Massimo Teodorani: E’ il termine inglese usato in maniera standard dai fisici quantistici e tradotto alla lettera in italiano significa “intreccio”. Diciamo che il termine è abbastanza azzeccato perché denota uno stato prettamente fisico di legame indissolubile tra due particelle elementari – come ad esempio due elettroni o due fotoni – che hanno interagito almeno una volta. Il legame è di natura quantistica e significa che entrambe le particelle si comportano come un tutt’uno. La prova cruciale di questa specie di miracolo della natura la ebbe per la prima volta il fisico francese Alain Aspect con un epocale esperimento effettuato in laboratorio nel 1982. Si osservò che se si cambiava una proprietà (come ad esempio lo spin o la polarizzazione) della prima particella anche la stessa proprietà dell’altra cambiava istantaneamente. Questo cambiamento avviene semplicemente all’atto della misura, dove sulla scal a quantistica, l’osservatore interagisce ineluttabilmente con l’osservato: l’atto della misura perturba la prima particella e istantaneamente influenza anche la particella gemella. Più che sfuggente, il fenomeno dell’entanglement è tanto inquietante quanto reale, soprattutto se si pensa che esso si realizza a qualunque distanza le particelle si trovino l’una dall’altra, sia essa anche di miliardi di chilometri. Questo fenomeno quantistico è ufficialmente confermato solo nel caso del mondo microscopico. In realtà, modelli teorici recenti molto sofisticati accoppiati ad uno studio attento del cervello, come ad esempio quello di “neurodinamica quantistica” proposto dal matematico Roger Penrose e dall’anestesiologo Stuart Hameroff, prevedono che i microtubuli che costituiscono l’ossatura dei neuroni cerebrali funzionino su tutta la massa cerebrale in uno stato di “entanglement orchestrato” tra loro, proprio quello che genera un atto di coscienza.

Ma non sembra che ci si debba fermare a questo: secondo certi modelli di cosmologia quantist! ica, l’u niverso prima della sua nascita era in realtà un “multiverso”, costituito da un numero sconfinato di universi paralleli coesistenti che si trovavano in stato di entanglement tra loro. E non è finita. Fisici teorici come Brian Josephson, fisici sperimentali come Robert Jahn, e psicologi sperimentali come Dean Radin e Roger Nelson, ritengono che i cosiddetti “poteri telepatici” e i casi di “coscienza collettiva”, non solo siano eventi reali ma anche che essi rappresentino uno stato di entanglement tra le coscienze di due o più persone separate, le quali così riescono a comunicare in maniera istantanea in base ad un meccanismo fisico simile alla risonanza. In sintesi, l’entanglement è una proprietà teoricamente e sperimentalmente dimostrata delle particelle elementari, ma alcuni indizi piuttosto recenti fanno ritenere che esso si realizzi in una forma speciale anche nella scala biologica, nella scala psichica e nella scala cosmologica.

SeC: Dal mondo delle particelle a quello della coscienza quali sono le variazioni sul tema?
Per es. nel campo della fisica si predilige il significato d'intreccio, nel campo della coscienza - che include il quotidiano, le relazioni - si preferisce il significato di irretimento, nel senso di essere impigliati, magari con la vita e il destino di qualcun altro. Partendo dal comportamento dell'entanglement nelle particelle, si è secondo te davvero liberi di scegliere i propri legami?
MT: Direi proprio che, allo stato attuale delle conoscenze, le uniche variazioni sul tema dell’entanglement passando dalle particelle alla coscienza sono puramente differenze di dominio, non di significato o di sostanza: il significato fisico (che è l’unico che conta) è esattamente lo stesso per entrambi gli aspetti, e con ogni probabilità è in tutti i casi governato da proprietà quantistiche. Per quello che riguarda il modello biologico e psichico (entrambi interagenti e di pertinenza alla coscienza), si sta cercando tuttora una teoria matematica derivata dalla meccanica quantistica, ma più complessa.

Per quanto concerne il “libero arbitrio” nelle nostre azioni e interazioni personali, ciò vale per quello che riguarda la nostra coscienza, non la nostra “volontà” in termini razionali e convenzionali. E’ il nostro inconscio semplicemente a “ricordarsi” (e non a “decidere”) improvvisamente che esiste ad esempio un’anima gemella che vive da sempre in simbiosi con noi, e allora tutto accade in maniera sincronica, anche se a noi appare che questo avvenga per caso. Capire una cosa è meno importante di averne coscienza, eppure sono necessarie entrambe per farne una scienza.

Il giorno che capiremo scientificamente le cose con coscienza allora saremo arrivati alla fisica ultima, che appunto comporta una interazione perfetta tra la coscienza e il dominio della materia-energia.
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Il fenomeno dell' Entanglement rappresenta l'aspetto più sconvolgente mai scoperto dalla fisica quantistica odierna, e sembra coinvolgere non solo le particelle elementari, ma anche il mondo macroscopico e psichico.
L'autore, usando un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, ci guida in un viaggio entusiasmante nei laboratori e nei centri di ricerca mondiali, dove stanno realizzandosi alcune tra le più grandi avventure scientifiche umane, in un crescendo coinvolgente che ci porta dal mondo microscopico di fotoni ed elettroni, ai misteri del DNA, del cervello e della coscienza, fino ad arrivare ai fenomeni psichici e a quelli di coscienza collettiva.
Un unico meccanismo fisico sincronico sembra unire tra loro tutti questi fenomeni, dove particelle, materia e coscienza si fondono in una sola realtà olografica, rendendo concreti e spiegabili fenomeni come la telepatia, il teletrasporto, la precognizione, la visione remota e la psicocinesi.
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Una parola nuova che fa venire le vertigini, come dice Dean Radin - senior scientist all’Istituto di Scienze Noetiche – in un intervista apparsa su Scienza e Conoscenza n°19: “Le vertigini vengono perché il senso comune è messo a dura prova. La maggior parte del tempo mi sento separato dagli altri e dalle loro cose. Quindi è arduo fare il salto di fede – e in questo caso il salto riguarda la realtà vera e propria – che da un altro punto di vista io non sono isolato, come i sensi continuano a dirmi”.

Se volete approfondire l'argomento visitate Entanglement Il Diogene e Entanglement su La Mente Mente.

Il perduto modo di pregare

scritto da Andrea Vitali 29/09/08 0 commenti

di Gregg Braden

I moderni ricercatori della preghiera identificano attualmente 4 modi di pregare usati oggi in Occidente.

Esiste un modo ulteriore?

C’è anche un quinto modo di pregare che ci consente di partecipare all’esito degli eventi dentro i nostri corpi come pure del mondo attorno a noi?



Scoperte recenti in remoti siti di culto dove oggi rimangono queste tradizioni, combinate con una nuova ricerca entro alcune delle più sacre ed esoteriche tradizioni del nostro passato, mi condussero a ritenere che la risposta è Sì.
Molto del nostro condizionamento nelle tradizioni occidentali dell’ultimo millennio e mezzo ci ha invitato a "chiedere" che specifiche circostanze del nostro mondo cambino a seguito di un intervento divino; che le nostre preghiere vengano esaudite. Nel nostro richiedere benintenzionato, comunque, è possibile che noi senza saperlo diamo proprio potere alle condizioni che noi preghiamo cambino. 
Per esempio, quando noi chiediamo: "Caro Dio, ti prego fai in modo che ci sia pace nel mondo", noi stiamo in effetti affermando che la pace al momento presente non esiste. Ora antiche tradizioni ci ricordano che le preghiere che chiedono sono una forma di preghiera, tra altre forme, che ci dà il potere di trovare pace nel nostro mondo attraverso la qualità del pensiero, del sentimento e dell’emozione che noi creiamo nel nostro corpo. Una volta che noi consentiamo alle qualità della pace di entrare nella nostra mente e diamo energia alla nostra preghiera attraverso i sentimenti di pace che sono nel nostro corpo, il quinto modo di pregare asserisce che il risultato richiesto è già avvenuto.

La scienza dei quanti fa fare ora a questa idea un passo avanti, affermando che è precisamente a queste condizioni di sentimento che la Creazione risponde coll’armonizzare il sentimento (preghiera) del nostro mondo interiore con condizioni similari nel nostro mondo esteriore.

Sebbene il risultato della nostra preghiera possa non essere apparente nel nostro mondo esteriore, noi veniamo invitati a riconoscere la nostra comunione con la Creazione e a vivere come se la nostra preghiera fosse già stata corrisposta.

Con parole di un altro tempo gli antichi ci invitarono ad abbracciare la nostra preghiera perduta come una coscienza che noi diventiamo, piuttosto che una forma prescritta di azione che noi compiamo all’occorrenza. 

Con parole che sono tanto semplici quanto eleganti ci viene ricordato di essere "circondati" dalla risposta alle nostre preghiere e "avviluppati" dalle condizioni che noi scegliamo di sperimentare. Nell’idioma moderno questa descrizione ci suggerisce che, per effettuare un cambiamento nel nostro mondo, noi veniamo invitati ad avere prima le sensazioni del cambiamento già avvenuto.

Dato che la scienza moderna continua a convalidare una relazione tra i nostri pensieri, sentimenti e sogni e il mondo che ci circonda, diventa più probabile che un ponte dimenticato colleghi le nostre preghiere con il mondo della nostra esperienza. 

La bellezza di questa tecnologia interiore è il fatto che essa è basata su qualità umane che noi già possediamo. Dai profeti che ci videro nei loro sogni ci viene ricordato che, nell’onorare tutta la vita, noi realizziamo niente di meno che la sopravvivenza della nostra specie e il futuro della sola casa che conosciamo.


Comparazione dei modi di pregare tramite l’esempio della pace globale:

Preghiera basata sulla logica: richiesta di intervento

1- Ci focalizziamo sulle condizione presenti dove riteniamo che la pace non esiste.
2- Noi possiamo sentirci privi di aiuto, di potere o adirati per gli eventi e condizioni che stiamo osservando.
3- Noi impieghiamo la nostra preghiera/richiesta per invitare un intervento divino di un Potere più elevato ad apportare la pace in relazione a individui, condizioni e luoghi dove riteniamo essa sia assente
4- Tramite la nostra richiesta noi possiamo senza saperlo confermare proprio le condizioni che noi desideriamo di meno. Quando diciamo per es.: “Per favore fai che là ci sia pace”, noi stiamo dichiarando che la pace non è presente in una particolare situazione. Facendo ciò noi possiamo effettivamente dare energia proprio alla condizione che abbiamo scelto di cambiare
5- Noi continuiamo a richiedere l’intervento finché vediamo che il cambiamento davvero avviene nel nostro mondo.



Preghiera basata sull'emozione: la nostra preghiera è già esaudita

1- Noi vediamo tutti gli eventi, quelli di pace e quelli che riteniamo di assenza di pace, come possibilità senza giudizio di giusto, sbagliato, cattivo o buono osservando.

2- Ci liberiamo del nostro giudizio della situazione enedicendo quelle condizioni che ci hanno causato dolore. La benedizione non perdona l’evento o condizione, o acconsente a esso. Piuttosto riconosce che l’evento è parte dell’unica Fonte di tutto ciò che è ( V. il libro “Walking between the Worlds: The science of Compassion” per i dettagli ).
3- Sentendo i sentimenti della nostra preghiera già corrisposti, noi dimostriamo l’antico principio quantico che asserisce che le condizioni di pace dentro i nostri corpi sono rispecchiate nel mondo al di là dei nostri corpi.
4- La nostra preghiera ora consiste nel:
a) riconoscere che la pace già è presente nel nostro mondo vivendo consapevoli che
questi cambiamenti già si sono avuti
b) dando potere alla nostra preghiera col ringraziare per l’opportunità di scegliere la pace al posto della sofferenza.

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Legge di Attrazione

scritto da Andrea Vitali 25/09/08 3 commenti


Tratto da Immaginazione Creativa. (Che consiglio di navigare perché molto interessante e ricco di spunti per riflessioni ed idee).

- La Legge di Attrazione (LOA) afferma che qualsiasi cosa su cui focalizzi la tua attenzione viene ATTRATTA nella tua vita e si MANIFESTA nel mondo fisico.

Con “qualsiasi cosa” intendo sia situazioni, circostanze, opportunità, relazioni… sia oggetti fisici o “modi d’essere”, ad esempio ricchezza, salute, successo.
Chiamiamo questa Legge universale perché non ha importanza chi sei, dove vivi, qual è il tuo credo religioso, dove sei nato… questa Legge agisce per tutti allo stesso modo. E’ vera come è vera e imparziale la Legge di Gravità.

Per la maggior parte del tempo, finora, hai attratto circostanze, situazioni, persone in modo standard (”by default”) piuttosto che per scelta deliberata. Passando i giorni focalizzato sui problemi da risolvere e sulle cose che non vanno come vorresti. Facendolo, hai creato altri problemi, altre circostanze che non ti fanno stare bene e che sembrano sbagliate.

Ti sei mai chiesto perché ci sono persone che sembrano avere tutto dalla propria parte? Coincidenze fortunate, incontri vantaggiosi, successi, relazioni stupende… eppure non sono diversi da te! Magari parlano la tua lingua, sono nati a pochi metri da te, hanno la tua stessa età e la tua stessa cultura. E allora come fanno? Qual è la differenza? Ecco una domanda che è intelligente farsi!

La differenza è semplicemente questa: conoscono o comunque usano vantaggiosamente la Legge dell’Attrazione.

Sanno che si attrae ciò su cui ci si focalizza. Anziché focalizzarsi su un problema, immaginano e progettano la soluzione. Invece di pensare a come arrivare a fine mese, captano le infinite possibilità di abbondanza e guadagno che la vita propone a tutti noi. Invece di rimarcarsi per la propria solitudine, attraggono coscientemente splendide e soddisfacenti relazioni. E si circondano di persone come loro: cercano una risonanza nella mentalità della gente, cercano negli altri lo specchio di ciò che sono loro.

Queste persone sono la prova vivente, che hai sotto gli occhi ogni singolo giorno, che la Legge dell’Attrazione funziona sempre e ti mostrano anche come essa agisce. Fornisce loro coincidenze fortunate, occasioni, situazioni vantaggiose, che non aspettano altro che essere sfruttate.

Credi di leggere questo articolo per caso? Pensaci bene… perché il caso non esiste. Quello che stai vivendo è un evento che hai attratto e manifestato, coscientemente o meno, nella tua vita reale. E’ tutto nato da un pensiero, una emozione dentro di te che ha attratto e portato a te queste parole. E ora che lo sai, sarai ancora in grado di vivere senza applicare questo concetto?

Pensa a te stesso come ad un potentissimo magnete! Non un magnete che prova ad attrarre, ma che semplicemente ATTRAE. Non si può non attrarre e non si può non creare: prima diventi consapevole di questo, più in fretta realizzerai i tuoi sogni. E ogni volta che riesci ad attrarre nella tua vita una coincidenza “fortunata”, crei dentro di te un sistema di credenze che ti rende sempre più potente, rapido ed efficace nell’arte del Manifestare.
Ricordati sempre che se pensi alla mancanza di qualche cosa, attrai altra mancanza. Se pensi a qualcosa che ami, attrai altro amore… è incredibilmente semplice, ed è esattamente così, da sempre..

Siamo Creatori molto potenti e possiamo sviluppare e utilizzare questa nostra abilità. Semplicemente, poni attenzione ai tuoi pensieri e ai tuoi desideri. Diventa consapevole dei tuoi pensieri in ogni momento del giorno.

Se noti che la tua mente si focalizza spontaneamente su qualcosa che NON vuoi, intervieni subito, sposta l’attenzione su quello che VUOI e così facendo annullerai la vibrazione negativa che ti porterebbe proprio ciò che vuoi evitare. (A questo proposito, vai a questo link e leggi il post che parla del Flip Switch)

Cerca di restare “fermo” nel tuo intento, scegli un desiderio e focalizzati esclusivamente su quello finché non lo avrai ottenuto. Parti da qualcosa di semplice, è più facile, almeno all’inizio, attrarre una circostanza come un posto auto libero davanti al supermercato piuttosto che l’occasione per guadagnare un milione di euro (anche se è solo un discorso di convinzioni… :-))
Parti piano e a mano a mano che scopri di riuscire ad attrarre ciò che desideri, lascia che la convinzione di poter attrarre TUTTO ciò su cui ti focalizzi si radichi dentro di te.
In tre semplici passi, ecco come sfruttare positivamente e coscientemente la Legge dell’Attrazione:

1. Decidi cosa che vuoi Manifestare nella tua vita (leggi anche questo articolo)
2. Fai coincidere le tue emozioni con quello che vuoi Manifestare
3. Lascia che l’Universo ti procuri ciò che hai chiesto (e con questo intendo… ZERO dubbi: devi credere con tutto te stesso che è GIA’ avvenuto. Leggi a questo proposito l’articolo “Il potere del distacco”.)


Fai pratica quotidiana e ricordati che NON si può non creare:

è MOLTO meglio, quindi, farlo consapevolmente!

La Legge di Attrazione è il tuo più potente alleato, la parta divina di ogni essere umano. -



I dottori, molto spesso, prescrivono farmaci ed esami senza che vi sia la reale necessità per il paziente, a causa dello scarso rapporto che c'è tra la gente e i camici bianchi. E' la cosiddetta "medicina difensiva", che porta il medico a cautelarsi da eventuali denunce prescrivendo al paziente esami o farmaci quando, invece, il tutto si potrebbe curare in maniera del tutto più semplice.

E' il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio a lanciare l'allarme, durante la presentazione a Roma dello studio "Medici in difesa, prima ricerca del fenomeno in Italia: numeri e conseguenze", una ricerca effettuata dall'Ordine dei medici della Provincia di Roma su 800 dottori.

Un problema che non è da sottovalutare, anche analizzando i dati dell'Associazione che raggruppa le compagnie assicurative (Ania). Secondo l'associazione, in 10 anni si passati da 17mila denunce a 28mila (+66%). Una cifra che, inevitabilmente, spinge i medici a coprirsi le spalle e a prescrivere farmaci anche quando non vi è effettivo bisogno.

"Sono i pazienti a dover fare i conti con un eccesso di esami, che nel caso di raggi X e Tac non sono sempre senza conseguenze, almeno in prospettiva futura" ha detto Fazio. "Tutto ciò è dovuto in maggiore ansia e nella perdita del rapporto di fiducia con il paziente. Proprio laddove invece si dovrebbe recuperare l'umanizzazione della medicina".

Fonte: Romagna Oggi

Mappe Iridologiche

scritto da Andrea Vitali 21/09/08 0 commenti





Le mappe iridologiche di Siegfried Rizzi







Le mappe iridologiche di Daniele Lo Rito e Lucio Birello








Le mappe iridologiche i Van Peczely






La mappa iridologica di Costacurta:







La mappa iridologica di Lanza





Le mappe iridologiche di BernardJensen






Le mappe iridologiche di Manuel Lazaeta







La mappa iridologica di Castro




con il dettaglio della mappa iridologica dell' occhio destro:







Mappa tratta dal sito Entelechia






Le mappe sperimentali che seguono  (di Daniele Lo Rito) le abbiamo prese dal sito The Cosmiciris (Iridology). Visitatelo perché è molto interessante, improntato sulla ricerca scientifica.










La Sezione Aurea.

scritto da Andrea Vitali 19/09/08 0 commenti



Prendo spunto dall'interessante conferenza  "Guarire con la Musica" tenuta da Marco Allevi per riportare alcuni estratti pubblicati nel sito Sectio Aurea riguardanti la Sezione Aurea.


La Sezione Aurea fu studiata dai Pitagorici i quali scoprirono che il lato del decagono regolare inscritto in una circonferenza di raggio r è la sezione aurea del raggio e costruirono anche il pentagono regolare intrecciato o stellato, o stella a 5punte che i Pitagorici chiamarono pentagramma e considerarono simbolo dell’armonia ed assunsero come loro segno di ricoscimento , ottenuto dal decagono regolare congiungendo un vertice si e uno no . A questa figura è stata attribuita per millenni à un’importanza misteriosa probabilmente per la sua proprietà di generare la sezione aurea , da cui è nata .


Infatti i suoi lati si intersecano sempre secondo la sezione aurea :


La Sezione Aurea, in quanto legge strutturale del corpo umano,ha conosciuto in Leonardo da Vinci (1452/1519) un geniale assertore , avendo collaborato con i suoi schizzi alla stesura del trattato "De Divina proportione" (Venezia,1509) di Luca Pacioli.
A partire dal Rinascimento la Sectio Aurea acquista il crisma della bellezza estetica. Secondo Luca Pacioli ed Albrecht Dürer , la SectioAurea o numero d'Oro, era elemento proporzionale analogico tra la figura umana e la natura oggettiva.
In campo filosofico, inoltre, l'Harmonia della Natura diviene causa e principio del mondo. Ci riferiamo agli scritti di G. Bruno " De la Causa, principio et Uno"(1584) oppure al "Mysterium magnum" ( 1623) di Jacob Böhme.


In botanica, fisica, zoologia, architettura, pittura e musica, oltre che in geometria in alcune relazioni riguardanti i poligoni regolari, la sezione aurea interviene in modo insistente. Essa, che non è altro che un semplice rapporto di numeri, si incontra ovunque, in natura, come nella scienza e nell'arte, e "contribuisce alla bellezza di tutto ciò che ci circonda."
L’equilibrio armonico che si percepisce nelle opere dell’arte classica e rinascimentale è il risultato di un’impostazione che si realizza in alcuni principi compositivi come l’utilizzo della sezione aurea. In realtà vari esperimenti suggeriscono che la percezione umana mostra una naturale preferenza per le proporzioni in accordo con la sezione aurea. Gli artisti, quindi, tenderebbero quasi inconsciamente a disporre gli elementi di una composizione in base a tali rapporti.



Sezione Aurea in ARITMETICA.

Il matematico pisano Leonardo Fibonacci fu ricordato soprattutto per via della sua sequenza divenuta ormai celeberrima. L’uso della sequenza di Fibonacci risale all’anno 1202. Essa si compone di una serie di numeri (0,1,1,2,3,5,8,13,21…).
Tra i numeri di questa successione esiste una relazione per cui ogni termine successivo è uguale alla somma dei due immediatamente precedenti. Più importante dal nostro punto di vista è però il fatto che il rapporto tra due termini successivi si avvicini molto rapidamente a 0,61:
1:2=0,500 8:13=0,615
2:3=0,667 13:21=0,619
3:5=0,600 21:34=0,618
5:8=0,625 34:55=0,618
Sappiamo infatti che 0,618 è il rapporto della sezione aurea. Per altra via si giunge ad analoghe conclusioni. Se infatti dividiamo un segmento di lunghezza 1 in una parte maggiore x e in una parte minore 1-x tale che
(1-x) : x = x : 1
poichè nelle proporzioni il prodotto dei termini estremi è uguale al prodotto dei medi:
x² = 1- x cioè x² + x - 1 = 0
possiamo ricavare il valore positivo di x

x = + 0,618...



Sezione Aurea in NATURA.

In natura diversi tipi di conchiglie (ad esempio quella del Nautilus) hanno una forma a spirale fatta secondo i numeri di Fibonacci.
In botanica, la disposizione a frattali degli elementi che compongono le foglie degli alberi, seguono un diagramma logaritmico analogo ai suoni emessi da un monocordo. A dimostrazione di tale tesi, lo studioso svizzero Hans Kayser pubblicò , nel 1943, un testo di ben 324 pagine per comprovare l'esattezza di tale affermazione, sia dal punto di vista culturale che matematico. Sebbene l'universo frattale sia stato scoperto in chiave moderna da Benoit B. Mandelbrot, nel 1975, la sua storia appartiene alle conoscenze esoteriche dell'antico Egitto e pertanto, alla filosofia orfica e pitagorica. (...) Già dai tempi arcaici dell'antico Egitto, infatti , si assumeva l'organicismo della Natura e le sue leggi numeriche come fattori essenziali che preesistono a tutti gli eventi, i quali seguono sempre il medesimo divenire. In un altro articolo posto diverse immagini rappresentative della sezione aurea in natura.



Sezione Aurea nell'ARTE.

Non ci deve certo stupire se l'uomo, consapevolmente o no, riveli una certa propensione per l'utilizzazione della sezione aurea, che applica nella sua produzione artistica.
(***) Nell'arte figurativa e nell'architettura. i concetto di Harmonia e delle sue leggi numeriche hanno governato fin dalle civiltà arcaiche sia attraverso la Sezione aurea. sia attraverso i processi di concrescimento di tipo spiralico, meglio conosciuti come serie di Fibonacci.
Cosiffatte proporzioni sono la base delle piramidi egizie, come del tempio greco, del duomo romano e delle cattedrali gotiche. (***)
Tra i primi utilizzatori di questo rapporto ci furono sicura mente i Greci.
In un'anfora greca (IV-III secolo a.C.) il diametro maggiore sta al diametro del collo come 1:0,618; il listello all'altezza dei manici divide l'altezza totale in una proporzione aurea, che si riduce anche nel rapporto tra la fascia decorata a figure e la parte superiore del vaso.
Anche nell'architettura la sezione aurea è stata applicata sin dai tempi più antichi. Il rapporto tra lunghezza e larghezza nei templi greci era di preferenza 1:0,618 e il timpano era costruito come un triangolo isoscele avente un angolo al vertice di 108°.
La sezione aurea è anche stata usata ampliamente in pittura, in molti quadri, soprattutto dal Rinascimento, questa proporzione veniva usata moltissime volte all'interno dell'opera. Si dice, ad esempio, che nella rappresentazione di un panorama l'orizzonte deve dividere l'altezza del quadro secondo la sezione aurea per ottenere un risultato più soddisfacente.



Sezione Aurea in ASTRONOMIA.

Tutti i pianeti interni distano dal Sole nelle proporzioni della successione (Sole 1, Mercurio 1, Venere 2, Terra 3, Marte 5); e quelli esterni distano ugualmente da Giove (Giove 1, Saturno 1, Urano 2, Nettuno 3, Plutone 5); mentre la distanza fra Marte e Giove (confini dei due blocchi) è pari ad un decimo di quella fra il Sole ed il decimo e ultimo più importante corpo astrale del Sistema Solare: Plutone. Il perché di tutto questo è tuttora indimostrato, non potendo certo esser frutto di stocastica cosmica.



Sezione Aurea in  MUSICA.

Leonardo Pisano, detto Fibonacci (1175/1240) fece parte della cerchia dei dotti che gravitava attorno a alla corte di Federico II di Svevia.
Egli introdusse in Europa i numeri e la matematica araba.
Nella successione da lui inventata e che porta il suo nome , ogni termine si ottiene dalla somma dei due precedenti. I primi elementi sono pertanto:

1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144

A partire da tale successione, se ne forma una di tipo frazionario, dalla quale emergono i seguenti rapporti:

1/1; 2/1; 3/2; 5/3; 8/5; 13/8; 21/13; 34/21; 55/34, 89/55; 144/89 ecc.

i cui valori decimali approssimati sono:

1; 2; 1,5; 1, 666; 1,6; 1,625; 1,615; 1, 619; 1, 617; 1, 6181; 1, 6180 ecc.

che corrispondono agli intervalli musicali:

unisono=1
ottava=2
quinta=1,5
sesta maggiore=1,666
sesta minore=1,6

in cui gli ultimi sono complementari degli intervalli di terza minore e maggiore.
se poi applichiamo la serie di Fibonacci alle sovrarmoniche e alle sottoarmoniche di un suono di riferimento(ad es. il DO) avremo che i numeri in successione aurea 3,5,e 8 superiori al suono dato corrispondono ai suoni MI, SOL e Do acuto e i numeri 3, 5 e 8 inferiori allo stesso suono corrispondono al LAb, FA e DO grave . Abbiamo quindi l'harmonia maggiore e minore. (***)
Le distanze do-re, re-mi, fa-sol, sol-la, la-si sono ognuna un tono, mentre le distanze mi-fa e si-do sono un semitono. Raggruppando il numero di vibrazioni dei dodici semitoni che si susseguono ricaviamo una proporzione continua:
T1:T2=T2:T3=T3:T4 eccetera
Possiamo arrivare a dire che il numero delle variazioni che si differenziano per otto semitoni si comporta quindi come la sezione aurea:
T1:T9=T9:T17=1:1,618


Sezione Aurea: Apparato Uditivo Umano.

Da ciò deriva che anche negli organi di corti dell'apparato uditivo umano, cui compete la selezione dei suoni, si deve poter riscontrare il principio della sezione aurea; non solo, ma essa è anche punto di riferimento nella costruzione di canne di organo e altri strumenti musicali. Possiamo anche ipotizzare che negli organi di Corti dell'apparato uditivo umano, che reagiscono alle tonalità pure, operi il principio dei numeri della successione di Fibonacci. In un violino, il cui timbro dipende dalle dalle possibilità di vibrazione di tutte le parti, la sezione aurea gioca sicuramente un ruolo; in effetti se misuriamo uno Stradivari vediamo che esso è contenibile entro quattro pentagoni regolari i cui lati fungono da tangenti, determinando una linea estremamente armoniosa.

(***) La strutturazione a nautilus della coclea dell'orecchio umano , situata alla fine dell'orecchio interno segue le leggi della sezione aurea, per cui si può ben dire che : " l'orecchio è stato creato dal suono, come l'occhio dalla luce" (***)


Altro sulla Sezione Aurea nel web:
- La Sezione Aurea su Mangiadeinumeri.it.
- La Sezione Aurea su The Piraz. (ricco di info, bibliografia, .pdf e link)


La curcuma delle meraviglie

scritto da Andrea Vitali 18/09/08 2 commenti


Riportiamo di seguito l'estratto di un interessante articolo di Gabriele Piuri pubblicato su EuroSalus.


A questa spezia indiana sono già riconosciute qualità di grande interesse sul piano medico. Da un lato la curcuma (Curcuma longa) ha dimostrato una profonda attività antinfiammatoria naturale e dall'altro proprietà antinfettive di estremo interesse (non dimentichiamo che la curcuma appartiene alla stessa famiglia dello zenzero). Già queste caratteristiche ne fanno un prodotto di spicco sul piano della modulazione naturale del sistema immunitario

Lavori scientifici più approfonditi hanno dimostrato una sua attività sul piano antitumorale, con l'inibizione di un fattore di trascrizione (stiamo parlando di NF-KB) coinvolto nella patogenesi di molte neoplasie e, più in generale, sul piano antidegenerativo riconoscendo a questo tubero un ruolo importante nella prevenzione di malattie come il morbo di Alzheimer e di Parkinson.

Come se non bastasse uno studio recentissimo pubblicato pochi giorni fa su Psychopharmacology (Kulkarni SK et al, Psychopharmacology (Berl). 2008 Sep 3 epub ahead of print) ha dimostrato che questo tubero ha anche proprietà antidepressive.



In particolare si è studiato l'effetto che i curcuminoidi (il principio attivo contenuto nella curcuma) svolgono sul sistema nervoso centrale nella regolazione di due importanti neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, coinvolti nella modulazione degli stati emotivi.

Per chi come Eurosalus ha sempre sostenuto un forte legame tra sistema immunitario e sistema nervoso non pare straordinario come una molecola naturale di grande importanza nel regolazione delle cellule immunitarie possa svolgere un ruolo rilevante nel riequilibrio degli stati emotivi. 

Oltre a definire in modo rigoroso il meccanismo d'azione responsabile dell'attività antidepressiva della curcuma, non diverso da molti principi attivi farmacologici, questo studio è di estremo interesse nel valutare le possibilità offerte dall'integrazione della curcuma nelle terapie antidepressive classiche. L'azione dei curcuminoidi è pienamente sinergica a quella degli antidepressivi chimici e permette di ottenere una migliore modulazione della concentrazione di serotonina e dopamina.

Questo non fa che confermare le potenzialità offerte da una medicina integrata che sappia affiancare alle terapie classiche quelle naturali bilanciando le possibilità di ognuna di essere in base alle esigenze del malato.

L'ultima meraviglia della curcuma? Il suo costo! Questo tubero giallo entra nella composizione del Curry una delle spezie più usate nella cucina orientale e in particolare nella cucina indiana. Ognuno quindi, con un po' di fantasia culinaria, può beneficiare delle proprietà medicali di questa spezia eccezionale.


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