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Eccesso di igiene e allergie

scritto da Andrea Vitali 30/11/10


Eccedere nell'igiene personale può nuocere alla salute, in particolare se si viene a contatto sin da piccoli a prodotti per l'igiene contenenti triclosan.
A sostenerlo è l'università del Michigan in una recente pubblicazione sull' Enviromental Health Perspectives. Non si tratta del primo studio, nè sarà l'ultimo, a sollevare la cosiddetta 'ipotesi igienica', un mix di teorie e studi che mettono in relazione l'eccesso di igiene tipico del mondo 'sviluppato' con la depressione del sistema immunitario e l'insorgere sempre più frequente di patologie associate.



ECCESSO DI IGIENE E TRICLOSAN


Il triclosan è presente in moltissimi saponi, dentifrici, antisettici del cavo orale e detersivi per la casa, ma lo si trova anche in pannolimi, assorbenti e strumenti medici.
Lo studio mostra come le persone che utilizzino regolarmente saponi antibatterici al triclosan siano molto più soggette allo sviluppo di allergie di ogni specie e riniti allergiche. Il triclosan fa anche parte dell'elenco di sostanze chimiche sospettate di causare il tumore al seno.

Alla base del rischio il fatto che il triclosan fa parte di un insieme di inquinanti ambientali con effetto distruttivo sul sistema endocrino. Da qui le conseguenze sulla salute umana e sulla produzione ormonale.
La 'scoperta' sta mettendo in subbuglio la comunità scientifica e soprattutto i consumatori, che ancora una volta si sono visti mentire (ma noi siamo convinti che si tratti del tipico esempio di ignoranza da presunzione tipica del mondo scientifico) circa la pericolosità di certe sostanze chimiche anche a bassi dosaggi.

Questo studio conferma che la tendenza ad igienizzare eccessivamente l'ambiente in cui si vive e la persona, impedisce al sitema immunitario di venire a contatto con microorganismi utili al suo stesso sviluppo. Specialmente se ciò accade a partire dall'infanzia.
Non è quindi un caso se certe patologie, quali allergie e altre tipologie di immunodeficienze, siano meno frequenti nei paesi in cui le condizioni igieniche lasciano apparentemente a desiderare.



4 commenti

  1. Anonimo scrive:
  2. Ne sono sempre stata convinta. Ho sempre pensato che l'igiene eccessiva potesse ridurre o alterare anticorpi e flora batterica necessari. Non sono un medico, né tantomeno una scienziata. Però ho visto con i miei occhi diverse persone che vivono in ambienti iperigienizzati che però sono sempre raffreddate, hanno allergie allucinanti ecc.
    D'altronde, non so se possa centrare con l'igiene, è lo stesso discorso che si fa a riguardo di cani randagi e cani di razza: pare che i primi, più esposti agli "attacchi ambientali", abbiano difese più forti dei secondi.

    Un abbraccio

    Paola

     
  3. Andrea Vitali scrive:
  4. Ciao Paola, un secolo abbondante di manipolazione medico-farmaceutica nella storia dell'uomo non è cosa da poco.
    Ancora oggi molta più gente di quanto si immagini crede fermamente che i batteri siano la causa della malattia mentre non sono altro che la sua conseguenza, o comunque non l'elemento scatenante.
    La demonizzazione di batteri e fantomatici 'germi', organismi essenziali alla vita stessa, ha portato tra le altre cose a un'uso sconsiderato di prodotti per l'igiene del corpo e della casa.
    E quante volte ci capita di assistere a scene in cui i genitori sbraitano 'NON TOCCARE, E' SPORCO!', come se non toccando si potesse restare incontaminati, quando è proprio toccando che si fa 'esperienza', anche a livello immunitario!
    Ovvio che non si sta parlando di epidemie o gravissime infezioni, casi questi rarissimi e da affrontare con tutte le accortezze.

    Ricambio l'abbraccio!
    Andrea

     
  5. Anonimo scrive:
  6. Ciao, ottima notizia, è da una vita che lo sostengo che l'igiene eccessiva, specie con antibatterici sia più dannosa che utile. Volevo avere un riferimento alla pubblicazione scientifica (titolo, autori, journal) grazie!
    Leo

     
  7. Andrea Vitali scrive:
  8. Ciao Leo, in testa all'articolo trovi già il link attivo all'Enviromental Health Perspectives, che ha pubblicato lo studio.

    Una volta collegato a quel sito, in alto a destra puoi scaricare in PDF lo studio completo (36 pagine), se non riesci ad individuarlo il link diretto al doc è questo:

    http://ehp03.niehs.nih.gov/article/fetchObjectAttachment.action;jsessionid=4E548D7345923FBD2C3676807F2F077B?uri=info%3Adoi%2F10.1289%2Fehp.1002883&representation=PDF

    Ciao!
    Andrea

     

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