Secondo l’OMS ogni anno muoiono nel mondo 17 milioni di persone per infarto.
Eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio di infarto del 90%; da questo si deduce che i grassi e le proteine animali sono i maggiori imputati.
L’alimentazione carnea risulta correlata alle seguenti patologie: negli Stati Uniti 42 milioni di individui soffrono di ipertensione; l’80% sono effetti da reumatismi; 3 persone su 4 sono colpite da infarto o cancro; il 50% della gente ha problemi digestivi cronici: La costipazione colpisce 190 milioni di individui, cioè 9 persone su 10; un terzo della popolazione è soprappeso; un terzo degli americani è carente di calcio. E la situazione in Europa non è molto diversa.
Uno studio del MRC Dunn Human Nutrition Unit di Cambridge effettuato su oltre 500mila cittadini europei e durato dieci anni, ha portato a conclusioni preoccupanti.
Appelli in questo senso sono ormai frequenti nelle recenti campagne di prevenzione dei tumori. Alcuni ricercatori dell'università del Texas hanno presentato un studio all'American Association for Cancer Research. «È cosa nota che la carne cotta ad alte temperature - spiega Jie Lin, una delle ricercatrici - genera ammine eterocicliche (hca), che possono provocare il cancro». Dallo studio si è visto che chi consumava più carne rossa aveva un rischio di cancro alla vescica quasi una volta e mezzo più alto di chi ne consumava poca. Particolarmente pericolosi da questo punto di vista sono risultate le bistecche di manzo, le costate di maiale e la pancetta. Ma anche il pollo e il pesce, se fritti, sono rischiosi da questo punto di vista.
Anche il livello di cottura della carne influisce: chi la mangia molto cotta ha infatti un rischio due volte più alto di cancro alla vescica rispetto a chi la mangia al sangue. Inoltre, chi presenta varianti genetiche nel metabolismo delle hca, che interagiscono con il consumo di carne rossa, può ammalarsi di più di cancro. Le persone con sette o più genotipi sfavorevoli, al pari di chi consuma molta carne rossa, hanno un rischio cinque volte più alto di cancro alla vescica.
Effetti della carne sull'economia
In Usa il 12%del PIL viene assorbito per combattere le malattie dovute alla cattiva alimentazione. il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per neutralizzare gli effetti della cattiva alimentazione.
La rendita dei prodotti carnei, compreso il pesce, è 10 volte inferiore rispetto ai prodotti vegetali.
Un terzo di tutta l’energia prodotta in Occidente viene assorbita dall’ industria della carne. Solo il 20% dell’energia totale utilizzata in agricoltura è destinata a produrre vegetali consumati dall’uomo, il restante 80% viene consumato dagli animali. Per produrre carne di maiale si consuma 15 volte più energia di quanto occorre per produrre frutta e verdura. Un solo hamburger assorbe energia quanto una lampada che illumina una stanza per 100 ore.
Effetti della carne sul consumo di acqua
Per 1 kg di carne servono 15-20mila litri d'acqua, per far crescere un pomodoro 13 litri, per un caffè 140. Lo dice allarmata la Fao: la domanda d’acqua crescerà sempre più e “causerà un’altra crisi globale”.
Ormai sono in molti ad affermarlo: mangiare meno carne contribuirebbe a diminuire notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera.
D’altra parte produrre carne prevede una serie di attività che necessitano energia ed inquinano. Bisogna organizzare trasporti che rispettino la catena del freddo, nei supermercati sono necessari frigoriferi, è necessario un packaging adeguato per offrire il prodotto ai consumatori i quali, poi, consumeranno dell’altra energia per cucinare la carne e produrranno dei rifiuti per smaltire gli avanzi (tratto dal nostro articolo: L'acqua e il consumo di carne).
Vi lascio con le parole del professor Umberto Veronesi, forse non tutti sanno che è uno strenuo promotore della scelta vegetariana.
LE CINQUE REGOLE PER FARCI DEL BENE
Ridurre il rischio di ammalarsi di cancro, vivere più sani e più a lungo, evitare la tortura e il massacro degli animali, rispettare l' ambiente, ridurre gli squilibri alimentari nel mondo: sono almeno cinque i buoni motivi per essere vegetariani.
La giornata dell' Airc dedicata alle Arance della Salute nelle piazze italiane, ci ricorda il primo: un' alimentazione sana, mai eccessiva, ricca di verdura e frutta e con pochissima (o meglio senza) carne, non solo diminuisce il rischio di ammalarci, ma ci protegge da molti tipi di tumore.
Il 30% dei tumori sono dovuti a un dieta troppo ricca di grassi insaturi; alcuni, come il cancro del colon, sono direttamente correlati al consumo eccessivo di carne. La ricerca sul Dna , svelandoci le interazioni tra l' ambiente esterno e i nostri geni, ci dà continue conferme scientifiche che il nostro comportamento è il fattore che maggiormente incide sulle malattie. E non solo quelle individuali. Abbiamo raggiunto un tale livello di benessere, per cui i nostri stili di vita vanno oltre la tutela della salute personale, per avere un' influenza anche sull'inquinamento ambientale, sugli equilibri dell' ecosistema, sulla fame e le epidemie di alcune popolazioni , sulla scarsità di acqua e di energia.
Io sono vegetariano per motivi etici: amo gli animali e dunque non li mangio, sono contro ogni forma di violenza e non concepisco le torture inflitte agli animali d' allevamento e il loro massacro.
Se mangiare carne aveva un suo senso tanti anni fa, oggi gli equilibri del mondo sono cambiati, le nostre conoscenze si sono sviluppate e noi dobbiamo rimeditare questa abitudine e le sue implicazioni. Sono molti gli studiosi che indicano una relazione diretta tra la povertà e la fame dei Paesi sottosviluppati e il consumismo alimentare.
Una delle ragioni dell' iniqua distribuzione di cibo e acqua, va individuato proprio nelle abitudini dei Paesi più ricchi, e in particolare nell' elevato consumo di carne. Basta pensare che il 35% dell' intera produzione di cereali nel mondo è destinato a nutrire il bestiame da carne.
Oggi sappiamo inoltre che il rispetto per gli animali e la difesa dell' ambiente sono due facce della stessa medaglia. Gli ultimi studi indicano che l' impatto degli allevamenti animali sul riscaldamento globale è superiore del 40% rispetto a tutti i trasporti del mondo combinati ed è una delle cause principali del cambiamento del clima.
Per non parlare di contaminazioni occasionali, come lo sviluppo di nuovi batteri dovuti all' abuso di antibiotici negli animali da carne e dell' origine di molti virus negli allevamenti, come ci ha dimostrato la recente influenza suina. Occorre allora fissare una soglia di consumo di carne in modo che i Paesi convergano verso lo stesso livello, per la sopravvivenza e la buona salute di tutti.
Noi siamo sulla buona strada: l' Italia è al primo posto in Europa per numero di vegetariani!
UMBERTO VERONESI
Repubblica - 29 gennaio 2010
Altre fonti: Vivere Meglio
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