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Evitare sofferenze, quale miglior modo per iniziare la primavera?

Oggi in tutto il mondo si celebrano due momenti importanti. L'inizio della primavera e il Meatout day, Giornata Internazionale senza carne. Istituito nel 1985, il Meatout day ha l'obbiettivo di diffondere il valore di un'alimentazione non violenta e di sottolinearne i benefici sulla salute. Benefici ormai evidenti e confermati ogni giorno di più anche dalla scienza. Non violenza, salute ma anche ambiente: sì perché le ricadute positive sull'ambiente di un'alimentazione priva o a ridotto consumo di carni e derivati animali sono un altro fattore importantissimo da prendere in considerazione. Molte delle emergenze ambientali del pianeta sono strettamente in correlazione con il consumo e quindi la produzione di carne. 

Il nostro piccolo contributo a questa giornata importantissima, ad oggi la più importante campagna di educazione alimentare a livello mondiale, è una ricetta gustosissima e semplice da preparare: con un piccolo calembour l'abbiamo chiamata CrueltyFreettata :)

Ingredienti:
- 1 tazza di farina di ceci
- 2 tazze di acqua tiepida
- cipolla, olio, sale, pepe, spezie
- cima di rapa


Ricetta:
Stemperare la farina con l'acqua finchè non ci sono più grumi.
Unire la cima di rapa a crudo tagliata sottile, la cipolla, curry, olio, sale e pepe. 
Lasciare riposare una decina di minuti e versare delicatamente in padella (leggermente oleata e scaldata in precedenza)
Cuocere 10-15 minuti per lato e.... voila!

Varianti:
Al posto della cima di rapa si possono utilizzare altre verdure di stagione
La cima di rapa messa a crudo è amara, se non vi piace eccessivamente l'amaro si può passarla in padella a parte con aglio e un pizzico di sale prima di unirla all'impasto. Oppure usare verdure più dolci

Detto questo... buona preparazione e fateci sapere se vi è piaciuta!


| edit post

Sono alla moda e vantano schiere di adepti in costante aumento, non fosse che per la martellante azione mediatica che le sostiene.

Le diete iperproteiche (come Dukan, Atkins, Tisanoreica, dieta a zona, paleo dieta e molte altre varianti) vengono adottate da milioni di persone attirate dalle promesse di una forma fisica migliore (leggasi: dimagrire) e di un presunto stato di benessere.


Eppure proprio sui regimi alimentari iperproteici la scienza negli ultimi anni sta puntando i riflettori.
Ultimo, ma solo in ordine cronologico, uno studio dell' University of Sydney che ha sperimentato 25 distinti profili dietetici in laboratorio per valutare i riscontri su appetito, salute metabolica, invecchiamento e aspettativa di vita.

Ottenendo quanto segue:

  • le cavie sottoposte a un'alimentazione ricca di carboidrati e povera in proteine mangiavano di più, vivevano più a lungo e in salute; 
  • le cavie sottoposte a un'alimentazione ricca di grassi vivevano di meno; 
  • le cavie sottoposte a un'alimentazione ricca di proteine mangiavano di meno, erano magre ma presentavano la salute generale peggiore (soprattutto cardiaca) e un'aspettativa di vita inferiore.


Non sorprende che le osservazioni effettuate sulle cavie siano del tutto sovrapponibili a quelle, altrettanto recenti, condotte dal professor Longo sugli esseri  umani, di cui abbiamo scritto nell'articolo Carne, latte e formaggi pericolosi come le sigarette.

Arriva così la conferma scientifica che le diete iperproteiche, già sotto accusa per l'impatto ambientale che le rende insostenibili per il pianeta, si rivelano altrettanto insostenibili per la salute e il benessere dell'uomo.

L'ossessione per le proteine, soprattutto quelle animali, è un mito ancora duro a morire ma mostra ogni giorno di più tutti i propri limiti, grazie anche alla scienza che da almeno 20 anni non fa che mettere in evidenza gli aspetti deleteri di questo approccio nutrizionale.



Le diete iperproteiche sono un bersaglio particolarmente facile ma c'è da ricordare che le abitudini alimentari del mondo occidentale, anche in assenza di diete specifiche, sono improntate su un modello iperproteico  imposto da interessi e convinzioni errate. 
Con effetti sulla salute ormai del tutto evidenti.


Link:
Protein and carbohydrates outweigh calorie counting: major research from Charles Perkins Centre


Un'alimentazione ricca di carne, latte e formaggi non è mai salutare ma diventa particolarmente pericolosa dopo la fatidica 'boa' dei 50 anni, quando moltiplica di due volte il rischio di attacchi cardiaci e di quattro volte il rischio di tumore. Impatti negativi anche sul diabete e tutte le patologie metaboliche.
Un rischio di mortalità altissimo e paragonabile a quello provocato dal fumo di sigaretta.


Più che sui grassi, lo studio condotto dall'italiano Valter Longo per la University of Southern California punta il dito sulle proteine di origine animale, il cui consumo nella società occidentale è fortemente in eccesso.

Nell'ambito dello stesso studio i ricercatori hanno rilevato che le proteine di origine vegetale (come ad esempio quelle contenute nei legumi), non presentano alcun fattore di rischio. Il rischio di mortalità di chi assume proteine di origine vegetale è più basso di chi assume proteine di origine animale.

Questo studio conferma, per l'ennesima volta e se ce ne fosse bisogno, la i rischi collegati a un'alimentazione basata su prodotti di origine animale, modello imperante e fortemente imposto da media e multinazionali nell'epoca che stiamo vivendo.
Fortunatamente lo studio mette anche in luce gli oggettivi benefici di un' alimentazione naturale basata su prodotti di origine vegetale.



Link allo studio pubblicato su Cell Metabolism:
Low Protein Intake Is Associated with a Major Reduction in IGF-1, Cancer, and Overall Mortality in the 65 and Younger but Not Older Population






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