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Tea Tree Oil
Melaleuca Alternifolia
(detta anche Cajiputi)
Famiglia delle Myrtaceae


Continua la nostra rassegna di Olii Essenziali. 
Oggi parleremo dell'Olio Essenziale di Tea Tree, un olio che conosciamo molto bene e che è entrato da tempo nel nostro 'kit base' dei rimedi naturali da tenere in casa e da avere quando si è in viaggio: si tratta infatti di un essenza maneggevole e con un campo d'azione particolarmente esteso.


OLIO ESSENZIALE DI TEA TREE

L'olio essenziale di Tea Tree si ottiene distillando a vapore le foglie della Melaleuca Alternifolia, un albero che cresce sulla costa orientale dell'Australia e che arriva a raggiungere i 6 metri di altezza. Le sue virtù sono ben conosciute da secoli dagli aborigeni, che sono soliti disinfettare le proprie ferite spalmandovi sopra una crema rudimentale ricavata pestando le foglie dell'Albero del Tè.
La sua nota è alta e di testa. Il profumo, speziato e balsamico al tempo stesso, è molto intenso e ne lascia quasi intuitivamente dedurre l'aspetto peculiare, sintetizzato nella parola chiave: DISINFETTARE.

Le sue proprietà sono quelle di: purificante, balsamico, cicatrizzante, immunostimolante.
E' un olio sicuro anche nel lungo periodo. Questo non significa che non occorra usarlo con cautela e cognizione, come è sempre opportuno ribadire per tutti gli olii, compresi i più versatili.


AROMATERAPIA APPLICATA

L'olio essenziale di tea tree 'è un antisettico medio, uno dei migliori antivirali, antibatterici, antimicotici e antiparassitari. Affianca all'attività antisettica una buona azione immunostimolante. Il punto di forza è la sua capacità di agire in modo deciso contro i microbi e di essere al contempo delicato con le strutture organiche.

Sistema immunitario: herpes simplex, parassiti intestinali, batteri delle più comuni malattie da raffreddamento.
Sistema dermico: Acne, eczemi, piccoli tagli, ferite, punture d'insetto, zone infette, vesciche, porri, abrasioni, calli, duroni, tagli, peli incarniti. Si applica puro o diluito in un vettore. Puro anche su un cerotto da applicare sulla parte. L'olio essenziale di tea tree è un potente antimicotico, particolarmente indicato per l'onicomicosi.
Bocca: afte, ascessi, stomatiti, placca. E' possibile usare l'olio essenziale di tea trea anche puro sullo spazzolino come anticarie ed antiplacca.


OLIO ESSENZIALE DI TEA TREE E PSICHE

A livello di psicoaromaterapia l'olio essenziale di tea tree è calmante  e chiarificante. Molto utile per l'affaticamento mentale ed lavoro intenso. Particolarmente indicato per: studenti, insegnanti, manager, medici. Fortifica e rinvigorisce, sostenendo nei momenti di grande logoramento. Da usare diffondendolo nell'ambiente o con inalazioni.

Curiosità: L'olio essenziale di tea tree potabilizza l'acqua, neutralizza alcune tossine alimentari ed è disinfettante per ambienti e superfici.


ESPERIENZE PERSONALI

Brunella: L'olio essenziale di tea tree è uno di quegli olii che non manca mai in casa. Una volta conosciute le proprietà e 'sentita' l'essenza dell'olio gli utilizzi sono molteplici.
Io 'lo vivo' come un disinfettante. Il sapone al tea tree che uso per la pelle è in assoluto il miglior detergente mai usato in vita mia. Delicatissimo ed al contempo molto efficace e purificante. Disinfettante e non aggressivo. Il detergente al tea tree lo producono come sapone intimo proprio per le proprietà disinfettanti e rinfrescanti, ma io ve lo consiglio anche per il viso, essendo l'olio essenziale di tea tree indicato per acne, brufoletti, irritazioni. A seconda dello stato della vostra pelle potete quindi usarlo settimanalmente (ripulisce il viso in profondità dalla smog, dal fumo e dalle impurità) o quotidianamente. Non vi seccherà la pelle come molti detergenti chimici. Vi consiglio di applicare comunque del burro di karité dopo per meglio idratare la pelle. Con un delicato guanto di crine a volte lo uso come scrubs per la pelle del viso.
Lo uso poi come disinfettante per superfici della casa ed i pavimenti. Olio albero del te
Diluito con acqua in uno 'spruzzino' o in una bottiglietta o direttamente nel secchio. A volte per avere un odore più gradevole aggiungo olio essenziale di limone o di lavanda.
Prima di cucinare lavo le mani con il sapone al tea tree, mi sembra di pulirle molto più che con i saponi chimici, che anzi lasciano qualche sostanza sulla pelle.
Uso poi l'olio essenziale di tea tree per lavare l'insalata: la taglio già sciacquata e la metto in una bacinella con acqua e qualche goccia d'olio (1 o 2) per mezzoretta. Allo stesso modo lo uso per lavare la frutta e la verdura.
Lo uso nei pediluvi dopo aver camminato scalza per campi, prati o in spiaggia.
Lo uso puro su piccole ferite e brufoletti. Sulle punture d'insetto elimina il prurito ed il rossore da puntura. Cicatrizza velocemente piccole ferite e tagli, sottolineo velocemente. :)
E se non ridete vi dico che lo uso pure per gli interni rigidi della macchina...con tutto lo smog che prendono!


Andrea:  Oltre agli usi quotidiani che Brunella ha molto esaustivamente elencato, vorrei aggiungere l'aspetto antifungino dell'olio di tea tree che mi ha permesso di guarire da una micosi ricorrente, la ptiriasi versicolor, curata per anni e senza successo con farmaci (peralto di un certo peso per il fegato) prima di incontrare il tea tree.
Lo trovo molto efficace anche in caso di raffreddori, tosse e influenza, con diffusioni ambientali e fumigazioni.
Chiudo con una piccolo aspetto autobiografico che mi fa sentire particolarmente legato a quest'olio..  Conobbi l'olio essenziale dell'Albero del Tè alcuni anni fa quando, dopo l'ennesimo episodo di herpes al labbro curato con i soliti farmaci (creme antibiotiche), provai a chiedere a un erborista di fiducia se la natura offrisse qualche rimedio efficace.  Senza la minima esitazione mi parlò di tea tree oil e di come una sua toccatura sull'herpes, anche nascente, avesse un effetto straordinario.  Lo presi sulla parola, non avevo la più pallida idea di cosa si trattasse, ma decisi di provare e in pochissime ore mi resi conto della potenza di quest'olio (e di questo 'mondo'...).  All'epoca non potevo certo immaginare tutte le ulteriori applicazioni pratiche che il tea tree oil può avere, ma di li a poco sarebbe iniziato il mio percorso di studi da Naturopata e sono certo che l'incontro con l'Albero del Tè (e con l'erborista!) sia stato determinante per la mia futura scelta.


Riferimenti Bibliografici:
Aromaterapia Naturopatica, Luca Fortuna, edizioni ENEA.


'Occhio non vede, gola non duole'
(Francesca G.)


Condividiamo quest'articolo del Corriere della Sera sul Sentiero perché rispecchia molte delle nostre riflessioni sull'alimentazione.

In particolare fa riflettere su come non esista una cattiva alimentazione, ma soltanto cattive abitudini alimentari. Se cambiano le condizioni che creiamo intorno a noi, in modo naturale cambieranno anche i nostri atteggiamenti.

Indurre amorevolmente e con le dovute accortezze un comportamento sano, attraverso strategie logiche e motivazioni di cuore, è il modo più naturale e semplice per migliorare la qualità della nostra dieta, la qualità della nostra vita in ogni campo.



La dieta «lontano dagli occhi, lontano dallo stomaco»

Modificare l'organizzazione della cucina
può contribuire significativamente
al successo di un regime alimentare

Milano - Il concetto base di due ricerche presentate da Brian Wansink al congresso Experimental Biology 2010 di Anaheim, in California, è semplice e molto logico: lontano dagli occhi, lontano dallo stomaco. In altre parole, se davvero si vuole che una dieta abbia buone probabilità di riuscita, bisogna ricorrere a piccoli stratagemmi «ambientali», modificando un po' la cucina in modo da ridurre la probabilità di mangiare cibi poco salutari o porzioni troppo abbondanti. 

SERVIRE IL CIBO – Il ricercatore, che dirige il Food and Brand Lab della Cornell University, sostiene da anni che per stare a dieta sia più semplice e soprattutto efficace cambiare l'organizzazione della cucina, il modo in cui serviamo i cibi e li conserviamo in dispensa piuttosto che tentare disperatamente di rispettare i diktat di diete ferree. Gli studi presentati ad Anaheim lo confermerebbero: il primo, dall'evocativo titolo «Serve here, eat there» (Servi il cibo qui, mangialo altrove), dimostra ad esempio che la gente mangia il 20 per cento di calorie in meno se deve prendere il cibo dal bancone della cucina.
Lo studio ha coinvolto 78 persone a cui di volta in volta veniva data la possibilità di servirsi da vassoi in tavola o appoggiati sul piano di lavoro, non direttamente alla portata dei commensali. È bastato rendere un minimo faticoso il gesto di riempirsi il piatto per veder crollare i consumi: meno 20 per cento di calorie per pasto, con gli uomini che addirittura tagliavano l'introito energetico del 29 per cento (evidentemente perché sono più pigri delle donne). Perché se tocca alzarsi per fare il bis il più delle volte si abbandona il proposito.
Un trucco semplice ma efficace: «Il concetto “lontano dagli occhi, lontano dallo stomaco” può essere applicato anche in positivo, ad esempio lasciando a portata di mano cibi sani e nascondendo quelli più calorici. È più facile prendere una mela dal bancone della cucina che cercare una fetta di dolce nel frigo», sintetizza Wansink.

AMBIENTE – L'efficacia dei trucchetti «ambientali» è confermata dal secondo studio del ricercatore, stavolta su 200 volontari a cui sono stati dati consigli di tre tipologie diverse: per cambiare l'ambiente della cucina, per modificare il comportamento alimentare, per cambiare la scelta dei cibi.
Ebbene, chi aveva ricevuto i consigli “ambientali” restava a dieta un paio di giorni in più rispetto agli altri, e non è poco: «Se una persona riesce a seguire una dieta per venti giorni, come è accaduto a queste persone, se ne possono cominciare a vedere gli effetti», dice Wansink. Chi ha modificato un po' la cucina e il modo di gestirla, racconta il ricercatore, nell'arco di tre mesi ha perso oltre mezzo chilo per ogni suggerimento seguito. Perché, ad esempio, sostituire il cioccolatino con una carota o dire addio alle patatine fritte è assai più difficile che usare piatti piccoli, con cui viene automatico servirsi porzioni mignon.
Altri accorgimenti? Riorganizzare la dispensa nascondendo i cibi meno sani, togliere di mezzo ciotole colme di caramelle, non tenere la televisione in cucina: secondo gli studi di Wansink la tv ci distrae, tanto che senza accorgercene finiamo per mangiare qualche boccone di troppo. Così, ad esempio, sarebbe buona regola spegnere il cellulare a tavola: non solo per educazione, ma anche perché durante la telefonata potrebbe venir voglia di piluccare qualcosa dal piatto. 

«MINDLESS EATING» - L'esperto americano, che da anni studia l'argomento, ha infatti ideato una teoria in proposito, chiamata “Mindless eating”: in sostanza, mangiamo troppo senza accorgercene. Tanti piccoli elementi concorrono a farci abbuffare senza che ce ne rendiamo conto, dal poter prendere il cibo dal vassoio in tavola al piatto grande che viene spontaneo colmare con porzioni abbondanti. Intervenendo su questi fattori si riesce a stare a dieta meglio e si perdono davvero i chili di troppo, per di più senza sforzo, secondo Wansink. «La dieta migliore è quella di cui non ti rendi conto», è infatti il motto del ricercatore, che ha anche aperto un sito, mindlesseating.org, dove oltre agli studi scientifici a supporto della sua teoria si possono trovare corsi per le scuole, consigli pratici e pure un test per capire se siamo “mangiatori senza consapevolezza”.
Con spirito imprenditoriale tutto americano, Wansink ha perfino messo a punto piatti, portafrutta, dispenser “col limitatore” e oggetti vari per mettere in pratica la dieta ambientale. Che, almeno di là dall'oceano, sta facendo sempre più proseliti. 

Elena Meli per il Corriere della Sera.






Su sito dell' Unione Europea fino al 31 gennaio è stato possibile votare il nuovo logo per i prodotti biologici. Hanno partecipato al concorso  3.400 studenti di design provenienti da tutti i 27 stati membri dell'UE. 

I lavori sono stati vagliati da esperti internazionali riuniti in un Comitato Permanente per l’Agricoltura Biologica. Gli esperti del Comitato  in una prima selezione hanno indicato un ampio ventaglio di 100 lavori. 
In una seconda selezione hanno individuato la triade dei loghi 'finalisti' per la nuova etichettatura biologica. Nella terza fase i tre loghi finalisti sono stati votati on line direttamente dai cittadini europei.

Ecco i tre loghi finalisti:


Tra questi tre loghi ha vinto con il 63% di voti  il logo ideato e progettato da uno studente tedesco. Ed è il primo logo che vedete a sinistra nell'immagine ed in fondo all'articolo. 


"L’Unione Europea dopo il flop dell’anno scorso, sta cercando un nuovo logo ufficiale che rappresenti il biologico in tutti e 27 i paesi facenti parte dell’unione. Questo comparirà su tutte le confezioni di prodotti biologici a partire da luglio 2010.
I partecipanti dovranno essere studenti di arte e grafica dell’Unione Europea, iscritti ufficialmente ad un accademia, università o college in uno degli stati.
Il giudizio finale sarà espresso dal Comitato Permanente per l’Agricoltura Biologica."


NUOVO LOGO EUROPEO 
per i 
PRODOTTI BIOLOGICI


Da Luglio 2010 il logo che troverete sulle Etichette Biologiche in Europa sarà quello alla vostra destra.



Buona spesa e controllate sempre l'etichetta!


Cereali per l'estate: Cous Cous e Bulgur

scritto da Andrea Vitali 17/05/10 4 commenti

Foto tratta da Cottoecrudo




Con il caldo si sa, diminuisce il nostro appetito e naturalmente siamo portati a consumare cibi che ci permettono di recuperare sali minerali, vitamine, acqua, mantenendo l'energia necessaria per tutte le nostre attività.

In particolare frutta, verdura, ma anche alcuni cereali possono accompagnarci nel periodo estivo.
Oltre alla pasta, prodotta con semola di grano duro o integrale, ma anche con farro e kamut (con le varianti riso e mais per chi è celiaco), alcuni cereali si prestano particolarmente ad acompagnare le verdure in pietanze normalmente servite fredde.
Un articolo interessante sulle proprietà, gli aspetti botanici e nutritivi è I cereali: i sette fratelli.

In quest'articolo parliamo di  Cous Cous (grano) e Bulgur. Nella pagina Cereali per l'estate: Orzo e Miglio altri due gustosissimi cereali! 

COUS COUS

Il cous cous è un piatto tipico del Maghreb a base di grano duro.
In Italia il grano duro viene impiegato prevalentemente per la produzione della semola utilizzata per la produzione della pasta oppure, se rimacinata, per la produzione di pane di grano duro, in altri paesi che si affacciano al Mediterraneo (Sicilia inclusa) l'utilizzo più diffuso del grano duro è nel cous cous.

E' composto da grano duro spezzato in piccoli pezzi e precotto, il che significa che bastano pochi minuti per cuocerlo, a seconda delle ricette, in acqua o brodo bollente.
Il cous cous può essere consumato semplicemente condito con olio extravergine di oliva e sale (oppure con una delle le varianti macrobiotiche gomasio, miso, shoyu o tamari) per fare da accompagnamento ad altre pietanze al posto del pane, oppure pensando alla cucina nordafricana insieme a verdure, carne o pesce. Può essere insaporito in cottura con spezie come curcuma e curry, cipolle, carote, zucchine e accompagnato a diversi legumi e in particolare ai ceci (costituendo in questo modo un piatto unico a base di cereali e legumi).

Questi piatti possono anche essere accompagnati con alcune salse, di cui la più nota è l'harissa, una salsa piccante ottenuta mescolando peperoncino secco tritato, aglio, coriandolo, sale, olio extravergine di oliva o secondo gusti più tipici del nostro paese anche semplicemente con alcune foglie di basilico o menta.
Il cous cous si trova facilmente in commercio, in particolare nei negozi specializzati di alimentazione biologica si trovano cous cous di grano duro integrale, farro e kamut.

Il cous cous durante l'estate può costituire una valida alternativa al consueto piatto di pasta: accompagnando ad esempio le ottime verdure di stagione prodotte dai nostri agricoltori. E' anche di veloce preparazione in quanto non richiede una vera e propria cottura: è sufficiente metterlo in un contenitore e versarvi acqua bollente lasciando che si reidrati per 10-20 minuti, a seconda della dimensione dei pezzi.
Poichè possiede le stesse caratteristiche nutrizionali del frumento integrale, il cous cous è una buona fonte di fibre, vitamine del gruppo B, fosforo e potassio; ricco in carboidrati proteine e fibre a fronte di un contenuto modesto in grassi. Inoltre, come tutti i cereali intetgrali, ha un elevato potere saziante.

Una ricetta con il cous cous alla pagina: Cous Cous speziato con frutta secca.
Ricetta dalla quale abbiamo anche preso la bella foto per il cous cous.


BULGUR

Anche il bulgur è un piatto tipico del medio Oriente che deriva sempre dal grano duro che dopo essere stato tenuto in acqua e fatto germogliare viene parzialmente cotto. Poi, dopo essere stato essiccato, viene frammentato in piccoli pezzi.
Come il cous cous risulta di facilissima e veloce preparazione. Può essere un'alternativa alla classica 'insalata di riso'. In linea di massima anche il bulgur può essere acompagnato con qualsiasi companatico: verdure e legumi le più indicate, ma anche carne e pesce. 
Da un punto di vista nutrizionale vale quanto detto per il cous cous.




Le vene varicose colpiscono quasi una donna su 2 e i disturbi ad esse associati si manifestano con più intensità durante i periodi caldi dell'anno. 

Pur trattandosi di una patologia prevalentemente ereditaria è possibile prevenire e contenere i disturbi legati al ristagno della circolazione venosa seguendo poche, semplici indicazioni riguardo a stile di vita e alimentazione.
Le terapie alternative e i rimedi fitoterapici offerti dalla natura costituiscono un ulteriore eccellente supporto in termini di prevenzione e cura dell'insufficienza venosa periferica.


VENE VARICOSE: COSA SONO E PERCHE' SI MANIFESTANO

Le vene varicose sono la manifestazione di un'insufficienza venosa periferica. Si tratta di un disturbo che causa la perdita di tono della parete venosa, con rigonfiamento e andamento tortuoso delle stesse vene. Le vene varicose risultano visibili attraverso la pelle per via del volume dilatato e del colore bluastro. Si manifestano soprattutto nelle gambe e in particolare a livello delle vene safene, le due grandi vene che percorrono la gamba e la coscia.
Le vene riportano il sangue dalla periferia al cuore. Al di sotto della zona cardiaca, specialmente dagli arti inferiori, il sangue deve risalire in senso opposto alla gravità e lo fa servendosi della muscolatura e grazie alla presenza all'interno delle vene di valvole che impediscono il reflusso in direzione contraria.
Può succedere che le valvole non svolgano il proprio dovere accuratamente o non siano del tutto presenti. A questo punto si formano dei grossi ristagni di sangue che tendono a dilatare la vena.
Le vene varicose possono essere genetiche su base ereditaria oppure comparire in seguito ad uno stile di vita errato.


VENE VARICOSE: FATTORI SCATENANTI

Obesità: a causa della pressione addominale e il conseguente carico di lavoro per le valvole.
Eccessiva sedentarietà o l'abitudine a stare troppo tempo in piedi: entrambe favoriscono la stasi ematica facendo venire meno l'azione di pompaggio dei muscoli.
Alcol, caffeina e fumo: vengono indicati come fattore primario scatenante di insufficienza venosa periferica.
Stitichezza: intossicando il sangue porta alla sclerotizzazione delle vene.
Uso della pillola anticoncezionale: può facilitare la comparsa di questo problema.
Anche la gravidanza spesso porta con sé la comparsa di vene varicose, sia per l'aumento fisiologico del peso corporeo, sia come conseguenza dei cambiamenti ormonali che la accompagnano.

VENE VARICOSE: SINTOMI

Il primo sintomo è il senso di pesantezza alle gambe con sensazioni più o meno diffuse di calore e dolore, crampi notturni ed edemi alle caviglie, ritenzione idrica e prurito.  Successivamente si possono manifestare le varici, tratti di vene che assumono andamento tortuoso che possono diventare dolorose. Quaindo il quadro di insufficienza venosa periferica diventa cronico possono comparire macchie scure e diffuse sulle gambe, spesso accompagnate da flebiti e tromboflebiti.
Caso a parte sono le emorroidi che pur essendo vene varicose hanno come sede il retto.


VENE VARICOSE: PREVENZIONE ALIMENTARE

La prevenzione si rivela l'alleato più affidabile contro l'insorgenza o le complicazioni dell'insufficienza venosa periferica. Di base un'alimentazione naturale ricca di verdura, frutta, legumi, cereali integrali insieme all'adozione di uno stile di vita salutare costituisce la migliore prevenzione dei problemi venosi.

Alcuni alimenti sono particolarmente indicati per aumentare l'integrità delle pareti venose, in primo luogo le bacche ricche di flavonoidi (da cui dipende il tipico colore rosso-violaceo): ciliegie, frutti di bosco, mirtilli neri, more, ribes nero. I bioflavonoidi sono importanti proprio per la capacità di aumentare la resistenza dei vasi, contrastare la permeabilità capillare e le reazioni infiammatorie a danno del tessuto connettivo. Per tutte queste ragioni i frutti fresci ma anche i loro succhi spremuti a freddo (non i succhi di frutta industriali, che del frutto originario hanno solo un vago ricordo..) risultano particolarmente utili sia per prevenire che per curare eventuali vene varicose già formate.
Un'altra fonte ricca di flavonoidi è il grano saraceno, soprattutto i suoi germgogli.
Altri alimenti altamente indicati sono quelli che alimentano la sintesi di fibrina, sostanza che regola la coagulazione, in carenza della quale amenta il rischio di trombofebiti e di ulteriori complicazioni. Si tratta di: peperoncino, aglio, cipolla e zenzero. Tra i frutti è consigliato il consumo di ananas fresco (per quello sciroppato vale il discorso fatto sui succhi di frutta)
Un alimento specifico straordinario per la cura del fegato, dell'intestino e delle problematiche circolatorie venose è il miso, fermentato a base di soia e cereali tipico della macrobiotica.

In presenza di problemi di circolazione occorre ridurre i consumi di solanacee (pomodoro, melanzana, peperone e patate) e dei grassi saturi di origine animale (carni rosse in particolare e latticini) a favore di semi oleosi e olii spremuti a freddo (extravergine di oliva, canapa e lino).
Da contenere il consumo di zuccheri e farine raffinati.


VENE VARICOSE: ESERCIZIO FISICO E SUGGERIMENTI PRATICI

Camminare, andare in bicicletta, fare jogging sono attività che possono portare grande giovamento a problemi di stasi venosa: la contrazione dei muscoli del polpaccio favorisce a mobilitazione del sangue accumulato nel circolo; la stessa respirazione, profonda e accelerata al tempo stesso, facilita il ritorno del sangue al cuore grazie al movimento del diaframma.

Ci sono poi piccoli ma utilissimi accorgimenti da adottare: dormire con i piedi un po' sollevati, non mettere scarpe con tacchi troppo alti o troppo bassi, camminare con le gambe immerse nell'acqua fino al ginocchio, sgranchire spesso le gambe se si lavora da seduti o se si fanno lunghi viaggi, alzarsi spesso sulle punte se si lavora in piedi, evitare calze, pantaloni o gambaletti troppo stretti, evitare di prendere troppo sole al mare.

La reflessologia plantare del piede è molto indicata come disciplina complementare in presenza di problemi di circolazione venosa: dalla pianta del piede si stimolano le aree riflesse di organi e funzioni metaboliche andando a dinamizzare le situazioni di stasi e a drenare il gonfiore. Cicli di 4 sedute nell'arco di un mese, da ripetersi ogni 2-3 mesi, possono dare significativi benefici a chi soffre di vene varicose.


Anche l'idroterapia può essere utilizzata come disciplina complementare nel trattamento dei sintomi associati alla stasi venosa e alle vene varicose. Il suo effetto dovuto principalmente alla differenza tra temperatura dell'acqua e temperatura corporea. E consigliata durante la stagione calda, ovvero quando più sono presenti i sintomi. Le applicazioni devono essere tassativamente di acqua fredda, che, applicata frequentemente tramite pediluvi oppure sulle gambe con la doccia, favorisce la vasocostrizione e il ripristino della tonicità venosa. In questo modo diminuiscono i ristagni venosi e viene favorito il ritorno del sangue verso il centro del sistema circolatorio.
Durante la giornata, specialmente se si ha la fortuna di trascorrere dei periodi di riposo vicino al mare, saranno molto indicate passeggiate nell'acqua lungo la riva, in questo caso si sommeranno i vantaggi del movimento e della differente temperatura dell'acqua.


In campo erboristico la Fitoterapia è in grado di offrire diverse possibilità per migliorare i problemi di circolazione venosa. Le piante più utilizzate sono: Centella, Rusco, Ippocastano, Ginko Biloba, Acerola, Biancospino e Vite Rossa. Pur con lievi sfumature nell'approccio terapeutico si tratta di piante che agiscono contemporaneamente sull'infiammazione, che spesso accompagna i problemi di circolazione venosa, e sulla tonicità delle pareti venose. Inoltre svogono azione antiedemigena, alleviando la sensazione di gonfiore alle gambe dovuta all'accumulo di liquidi. Vediamo di seguito i più efficaci rimedi fitoterapici per le vene varicose.


VENE VARICOSE: RIMEDI NATURALI

Macerato Glicerinato (MG) di Ippocastano: il gemmoderivato di Aesculus Hippocastanum è il rimedio elettivo della fitoterapia per la stasi e per la congestione venosa, disturbi derivati da una cattiva circolazione sanguigna. E' un ottimo flebotonico generale, utilissimo in caso di dolore alle gambe, fragilità  capillare, gonfiore, vene varicose ed emorroidi. Favorisce l'aumento del tono venoso, contribuendo al restringimento delle varici dilatate e tortuose. Può migliorare la microcircolazione, oltre ad avere proprietà  antiemorragiche e antinfiammatorie, e svolge un'azione riparatrice in edemi ed ematomi. Combatte la ritenzione idrica di sodio e cloruri, stimolando la diuresi. Indicato anche nella congestione del plesso emorroidario con miglioramento della sintomatologia ad essa correlata: bruciore, prurito, dolore.
Il gemmoderivato di ippocastano è un rimedio molto maneggevole e privo di controindicazioni.
 
Macerato Glicerinato (MG) di Castagno: il gemmoderivato di Castanea Vesca è particolarmente attivo come drenante linfatico in caso di edemi associati ad eccessiva permeabilità vascolare, specie a carico degli arti inferiori. Situazione spesso peggiorata in prossimità del ciclo mestruale, con il caldo umido e favorita dallo stare molto in piedi. Indicato anche come trattamento complementare al massaggio linfodrenante.

Tintura Madre (TM) di Rusco: la tintura madre di Ruscus Aculeatus è inicata in caso di insufficienza venosa, edema, stasi linfatica eccessiva prmeabilità dei vasi: problemi che si manifestano con sensazione di gambe pesanti, dolenti e gonfie. Anche il rusco, come l'ippocastano è molto efficace sulle emorroidi. Le saponine presenti nella TM (ruscogenine) possono dare irritazione gastrica e renale, per questo motivo la TM di Rusco può essere molto utile in terapie d'urto ma non va utilizzata in modo prolungato come ad esempio un gemmoderivato.

Macerato Glicerinato (MG) di Sorbo: il gemmoderivato di  Sorbus Domestica è un tonificante delle pareti  dei vasi venosi, in particolar modo di quelli degli arti inferiori.






Un approccio olistico 
al vizio del fumo 
è in grado di dare risultati sorprendenti...

Come? Lavorando ogni giorno sulla relazione tra stile di vita e fumo.

Secondo una visione olistica il fumo non va cosiderato un nemico da combattere: spesso si consuma buona parte dell'energia nello scontro frontale, con risultati che possono rivelarsi controproducenti.
Allo stesso tempo il fumo non va ignorato.
Si può invece lavorare sul 'terreno' della persona,  introducendo progressivamente elementi (alleati) virtuosi nello stile di vita e nelle abitudini alimentari.


Un tale approcio, in un 'sistema' olografico qual è l'essere umano, è in grado per osmosi di produrre l'inversione di tendenza determinando l'indebolimento dell'abitudine dannosa, fumare, che perderà potere a tutto vantaggio della salute!

Per essere concreti cominceremo questo percorso spiegando come introdurre nella dieta quodidiana alimenti in grado di ridurre i rischi per la salute.

Successivamente ci concentreremo sugli alimenti e fitocomplementi in grado di supportare e accompagnare l'organismo nel processo di disassuefazione alla nicotina e quindi sull'importanza del movimento e dell'attività fisica.


COMINCIARE A RIDURRE I DANNI DEL FUMO A TAVOLA

E’ sempre più diffusa la consapevolezza che a tavola ci si gioca un'importante fetta della propria salute. Anche per quanto riguarda fumare, l'alimentazione gioca un ruolo importante. Infatti si ha ad oggi  la conferma scientifico-medica che alcuni cibi possono giocare un ruolo determinante nel proteggere l'organismo dai danni del fumo.
Esiste ad esempio un gruppo di alimenti in grado di ridurre la possibilità di ammalarsi di cancro al polmone.
Si tratta dei cibi ricchi di folati, i sali dell'acido folico o vitamina B9. Il più recente ed autorevole studio in proposito lo ha realizzato Steven Belinsky ed è stato pubblicato su Cancer Research lo scorso gennaio. E' con questo studio che ho avuto conferma di molte personali riflessioni.


           I FOLATI CONTRO IL FUMO

I folati riducono il processo di metilazione dei geni critici. In sostanza riducono la probabilità di mutazioni del DNA, alterazioni genetiche alla base del tumore al polmone.
I folati non andrebbero assunti attraverso integratori (nel caso dei folati sono addirittura pericolosi in quanto mascherano carenze di B12 con conseguenze imprevedibili sul sistema nervoso). La natura del resto è generosa e ce li propone abbondanti e in ogni stagione in molte delle sue 'creazioni': verdure a foglia verde, legumi, semi oleosi e frutti sono ricchi di folati.



Cibi crudi e freschi ricchi di folati

I cibi freschi e crudi sono di gran lunga la scelta migliore, per qualità e quantità di vitamine, folati in particolare. Vanno scelti accuratamente, di provenienza certa e possibilmente da coltivazioni biologiche. 

In ordine di abbondanza, sulla tavola devono sempre esserci:

- verdure verdi a foglia, di ogni specie.
- legumi germogliati o anche solo germinati (soia, lenticchie e ceci sono l'iedale, ultradigeribili, adatti per contorni e insalate).
- cereali integrali in chicchi.
- frutta fresca.
(per quest' ultimi vale sempre la raccomandazione teorica di non abusarne, dico teorica perchè sono ancora troppo spesso assenti dai pasti degli italiani).

Ad esempio:

- spinaci crudi in insalata (buonissimi, meglio ancora in insalate miste: forniscono da soli ben 150-193 μg per 100g)
- lattuga romana 179 μg
- indivia e scarola 46-156 μg
- germogli di soia  140-172 μg
- barbabietole rosse (squisite spellate e tagliate a fettine in insalata) 101μg

- rucola
- germe di grano 20g ovvero 2 cucchiai colmi contengon 66 μg
- lattuga cappuccio verde 79 μg
- noci 66
- pinoli 57
- fiocchi d' avena 51-56 μg
- sedano-rapa 51 μg
- uova 50 μg

- pomodori 40 μg
- ravanelli 38 μg,
- cavolo rosso 32-34 μg
- arance 31-43 μg
- fragole 30 μg
- clementine 26 μg
- prezzemolo 10g contengono 13 μg.



I folati nei lieviti

Un' altra fonte di abbondanti  folati è il lievito di birra fresco in panetti (312μg in un panetto di 25g) il cui uso però è da sconsigliare per la presenza di saccaromiceti vivi in grado di avviare potenti fermentazioni con produzione di anidride carbonica. In alternativa si potrebbe optare per il lievito secco in polvere dietetico (attenzione parliamo sempre di prodotti biologici e naturali), molto più praticabile e ancor più ricco in folati: 313 μg in un cucchiaio di 8g.


I migliori metodi per la cottura dei cibi

La miglior cottura per cereali e legumi è quella in pentola a pressione, per le verdure quella a vapore. Pressione e vapore sono i metodi di cottura più sani e in grado di preservare le sostanze vitali.
La bollitura in acqua è la più distruttiva, arrivando a far perdere dal 50% al 90% delle sostanze utili.
La cottura al microonde non la prendo nemmeno in considerazione in quanto contro natura e fortemente indiziata di essere dannosa per la salute dell'uomo.
Si veda quindi come a seconda del metodo di cottura scelto, le sostanze (in particolare i folati), possano arrivare o meno a 'destinazione'.  Non è un fattore di poco conto visto che spesso si tende a cuocere troppo e male.


Folati di origine animale

Solo per completare il quadro è opportuno dire che i folati sono presenti nel fegato degli animali e nella carne in genere, il cui consumo quotidiano è altamente sconsigliato per le note limitazioni nutrizionali e tossicologico-preventive (rischi epidemiologici e formazione di amine eterocicliche da cottura)
Sono presenti nei derivati del latte, ma anchei in questo caso non è auspicabile un consumo su base quotidiana.
La vitamina B9 viene sintetizzata anche dalla flora batterica intestinale.
Da qui l'importanza di un'alimentazione naturale e consapevole, che sostenga la salute e la funzionalità dell'intestino evitando quei cibi che danno luogo a fenomeni di fermentazione e putrefazione (carne, latticini, insaccati).



Fonte:
AAVV*: Multivitamins, Folate and Green Vegetables Protect against Gene Promoter Methylation in the Aerodigestive Tract of SmokersCancer Research, Gennaio 2010 (doi: 10.1158/0008-5472. CAN-09-3410)
Christine A. Stidley, Maria A. Picchi, Shuguang Leng, Randy Willink, Richard E. Crowell, Kristina G. Flores, Huining Kang, Tim Byers, Frank D. Gilliland, Steven A. Belinsky.


Dalla puntata di REPORT (Rai Tre) 
di domenica 9 maggio 2010


Un servizio sul traffico, su come 'ci siamo incastrati'. Sul caos la mattina per andare a lavoro e l'inquinamento che le auto provocano. Un servizio su come tutto questo può essere evitato: esistono, già da molti anni, realtà cittadine che sono 'semplicemente diverse'...





L'AUTO PERMETTENDO

di Michele BuonoPiero Riccardi 



In un mondo che è sull’orlo di una crisi di traffico, l’Italia detiene in Europa il primato della densità automobilistica: più di 600 macchine ogni mille abitanti.
Ma nella storia dei trasporti l’automobile in sé è una splendida invenzione e una risorsa di lavoro.


Se però la risposta alla domanda di mobilità è sbilanciata sull’automobile, allora la libertà di movimento e la velocità negli spostamenti si trasformano in congestione delle città, inquinamento e in una modalità di trasporto che provoca in assoluto più morti. Il modello automobile fa sistema, l’industria automobilistica è un grande volano dell’economia: intorno c’è tutta l’industria del petrolio, delle infrastrutture e delle costruzioni. Si fanno grandi affari a far crescere le città selvaggiamente, tanto c’è l’automobile a collegare quartieri sempre più lontani. 


Risultato?
La rendita immobiliare cresce per pochi, sul resto della collettività sono spalmate le conseguenze negative: traffico intenso, smog, incidenti

In più, poi, c'è una tassa occulta: quella sulla mobilità delle famiglie che devono acquistare una o più automobili per necessità altrimenti non ci si muove. Una tassa che grava fortemente sulle tasche del nucleo familiare. 

Segnali di controtendenza esistono. In Germania e in Svezia si sono sperimentati, in alcune città, modelli abitativi e di trasporto senza obbligo di possedere un’automobile. La ricetta sembra facile e banale:  forte impegno pubblico a raggiungere questo obiettivo

Ma ovunque il modello dominante è l’industria automobilistica, con il suo indotto, che occupa milioni di persone. Se non si vendono automobili l’industria è in crisi, quindi si crea disoccupazione. Allora bisogna fabbricarne altre, ma in Europa e in Italia sono già tante: il mercato è saturo, ormai è solo un mercato di sostituzione.  Per cui aiuti di Stato per sostenere la domanda ovvero l’indebitamento collettivo. La spirale è questa. Se si interrompe è crisi. 
(fine articolo)


Consigliamo vivamente la visione del servizio: L'AUTO PERMETTENDO.

E' un servizio che riesce ad esprimere quello che è anche il nostro stesso pensiero sulla questione italiana, per quanto riguarda le auto e non solo. 
Il traffico 'disumano' delle nostre città è infatti soltanto uno dei sintomi di un'incapacità, di una non volontà, di un malessere tutto italiano.

Reputiamo si tratti innanzitutto di una questione di valori e priorità.

E vi ricordiamo ... che c'è sempre un'altra possibilità. (Non per fare i Santoni Yoga di PNL New Age Avanzata...) E' vero che ogni giorno scegliamo se fare i pigri o migliorare qualcosina nell'ambiente che viviamo, ogni giorno scegliamo se riodinare quelle vecchie cose o lasciarle ancora lì a prendere polvere.




Difatti un' altra realtà è possibile..
..UOMO PERMETTENDO... 






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