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Dieta mediterranea e neoplasie

scritto da Andrea Vitali 30/06/09 2 commenti


La dieta mediterranea, quella vera, protegge dalle neoplasie.
Purtroppo gli Italiani non la seguono...

I vantaggi dagli alimenti che contrastano le neoplasie (a eccezione delle utilissime sostanze contenute nel tè verde, nella soia e nella curcuma, componente del curry) sono presenti nella dieta mediterranea: acido oleico nell'olio d'oliva, acidi grassi omega-3 nel pesce, licopene nel pomodoro e in genere fibre vegetali.

Stiamo parlando ovviamente della dieta mediterranea che seguivano i nostri nonni, a base di pesce, olio d'oliva, cereali integrali e legumi, frutta e verdura fresche e non trattate.

Nell'olio d'oliva c'è un'alta concentrazione di un carboidrato, lo squalene, che negli animali ha dimostrato proprietà anticarcinogene.
Una revisione di 35 lavori epidemiologici ha confermato l'esistenza di una significativa associazione inversa tra introito di licopene presente nel pomodoro e rischio di cancro, compreso quello mammario, anche se più evidente per quanto riguarda i tumori di prostata, polmone e stomaco (Giovannucci E. Tomatoes, tomato-based products, lycopene and cancer: review of the epidemiologic literature. J Natl Cancer Inst 1999; 91: 317.).

Per essere più efficaci, i pomodori devono essere cotti o lavorati, probabilmente per favorire in tal modo la distruzione della solanina.
Infine, la dieta mediterranea si è rivelata essere la più ricca in acido linolenico, proteine vegetali e vitamine del gruppo B.

Fonte: Occhio Clinico

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LA CARNE ROSSA PUO' CAUSARE IL TUMORE ALL' INTESTINO

Pessime notizie per gli amanti di bistecca e prosciutto. Secondo uno studio europeo su alimentazione e cancro, infatti, c'è uno stretto legame tra la carne rossa e il tumore all'intestino.


E' questo il risultato di un'indagine dello 'European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition' su oltre 500mila cittadini europei. Una ricerca lunga dieci anni sulle nostre abitudini alimentari, che ha portato a conclusioni preoccupanti. Per chi mangia oltre due porzioni da 80 grammi di carne rossa al giorno, il rischio di tumore all'intestino è maggiore di un terzo rispetto a chi si concede meno di una porzione alla settimana.
Promossi il pollo e il merluzzo. Dall'inizio dell'indagine, pubblicata sul 'Journal of the National Cancer Institute', 1.330 persone si sono infatti ammalate di questo tumore. Una dieta povera di fibre, dicono gli studiosi, aumenta i pericoli per l'intestino.
Le carni 'sotto accusa' sono quelle bovine, di agnello, di maiale. Sono però pericolose anche quelle lavorate, come prosciutto, salame, salsicce e carne in scatola.

E' innocuo, invece, il pollo, mentre il pesce è addirittura protettivo: chi ne mangia almeno una razione al giorno (preferibilmente sogliole e merluzzi) rischia un terzo di meno rispetto a chi lo fa solo una volta a settimana.
'Da tempo si sospettava che alti consumi di carne rossa e insaccati aumentassero i pericoli per l'intestino - spiega Sheila Bingham, della 'MRC Dunn Human Nutrition Unit' di Cambridge - Ma oggi uno dei maggiori studi al mondo, il primo in Europa, mostra l'esistenza di una stretta relazione fra questi alimenti e il tumore'.

Cause incerte. Ci sono varie ipotesi sul legame fra carne rossa e tumore. Secondo l'esperta, è molto probabile che emoglobina e mioglobina, di cui è ricco questo alimento, causino un processo nell'intestino, che porta alla formazione di composti cancerogeni. Ma potrebbe anche essere colpa di sostanze dannose sprigionate dal processo di cottura. In questo caso, però, il pericolo dovrebbe coinvolgere anche gli amanti di pollo e tacchino, cosa che però non accade.
Le ragioni del fenomeno, dunque, sono ancora poco chiare. 'Ancora una volta - commenta Mike Attenborough, direttore della 'Meat and Livestock Commission' - appare evidente la necessità di equilibrio nell'alimentazione'. Fonte: LaRepubblica.
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CARNE ROSSA E TUMORI: UNA NUOVA RICERCA

Il consumo di carne rossa è collegato a un aumentato rischio di tumore dell'intestino. È quanto emerge da uno studio europeo finanziato dall'Oms e condotto dall'«European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition», pubblicato dalla rivista del National Cancer Institute. Secondo la ricercatrice che ha guidato lo studio, Sheila Bingham del Dunn Human Nutrition Unit in Cambridge, si tratta del «primo studio in Europa, fra i più importanti al mondo, che dimostra la forte relazione fra carne rossa e lavorata e il cancro all'intestino».

Il rischio calcolato dai ricercatori per questo tipo di tumore è di un terzo più alto (35% in più) per chi mangia oltre due porzioni da 80 grammi di carne rossa al giorno, rispetto a chi ne consuma una porzione a settimana. Gli studi hanno anche dimostrato che i rischi del cancro aumentano con una dieta povera di fibre. E se mangiare carni bianche non ha alcuna influenze su questo rischio, l'incidenza del cancro all'intestino si abbassa fra chi consuma più porzioni di pesce a settimana. Sheila Bingham sostiene che la spiegazione di questo fenomeno va ricercata nelle proteine chiamate emoglobina e mioglobina che si trovano proprio nelle carni rosse e che innescano un processo chiamato «nitrosazione dell'intestino» che porta alla formazione dei composti oncogeni.


Fonte: Medi News


Sono bianche le carni degli animali da cortile: polli, galline, capponi, anitre, tacchini, faraone, piccioni, oche, conigli.
Le carni rosse sono quelle degli animali da macello (bovini, bufalini, ovini, equini, caprini, suini).
La selvaggina rientra nelle carni nere (cinghiale, cervo, capriolo, fagiano, pernice, quaglia, anitra selvatica).

SCHEDA CARNI 








'Sarebbero circa 175 le diverse sostanze chimiche che ogni donna giornalmente si "spalma" sulla propria pelle, quando si fa bella. L'industria cosmetica, infatti, utilizza circa 13.000 sostanze di sintesi e di emisintesi nei propri prodottii. La cosa che molti non sanno è che la gran parte di queste non è stata sufficientemente studiate sotto il profilo della tossicità.

Il EWG (Environmental Working Group) americano ha calcolato che su 7500 prodotti commerciali solo 28 sono stati testati per la loro sicurezza, che un prodotto ogni 120 contiene una sostanza cancerogena e che un terzo dei prodotti contiene almeno una sostanza classificata come potenzialmente cancerogena.

L'assorbimento del cocktail di cancerogeni, conservanti, mutageni, allergizzanti e metalli pesanti a livello cutaneo è ulteriormente facilitato dalla presenza nei cosmetici di fattori umettanti e idratanti (che però sono innocui).

Tra le sostanze potenzialmente pericolose, voglio citare i parabeni, utilizzati come conservanti. Sono presenti come metyl-, ethyl-, butyl-, propyl- paraben e sono seriamente sospettati di essere cancerogeni. Lo sarebbero soprattutto quando vengono applicati sulla pelle. L'assorbimento cutaneo, infatti, trasformerebbe queste molecole in una forma attiva cancerogena.

Nel 2004, l'oncologa Drssa Philipa Darbre, dell'Università di Reading (UK) ha trovato i parabeni in tutti i campioni di tessuto cancerogeno mammario da lei analizzati.
Le ridotte dimensioni dello studio (solo 20 campioni), dovute alla mancanza di fondi che la Drssa ha cercato inutilmente per anni, dimostrano con certezza che queste sostanze tendono ad accumularsi nei tessuti.

I parabeni fanno parte di un vasto gruppo di sostanze chimiche denominate xenoestrogeni o "disruttori ormonali", sostanze estranee all'organismo capaci di imitare gli estrogeni, che sono potenti stimolanti della crescita e della trasformazione maligna delle cellule mammarie. Come altri xenoestrogeni, i parabeni una volta nei tessuti umani possono rimanervi per decenni, agire indisturbati e provocare malattie a distanza di 20-30 anni. 

Alcuni studiosi sono convinti che l'enorme presenza di xenoestrogeni nell'ambiente e nella catena alimentare sia una delle cause del tumore alla mammella (aumentato negli ultimi decenni), delle cisti ovariche, dell'endometriosi, dell'infertilità delle coppie (1 coppia su 5 ha problemi di fertilità e nel 50% dei casi l'origine è maschile) e del cancro ai testicoli (aumentato del 3% negli ultimi anni). I pesticidi presenti nell'alimentazione sono anch'essi dei "disruttori ormonali".

Se andate in un supermercato, in profumeria, in farmacia o in erboristeria noterete che la maggior parte dei cosmetici e dei prodotti per l'igiene contengono parabeni. La cosa raccapricciante è che si trovano anche in molti prodotti cosiddetti "naturali" o spacciati per "ecologici". I parabeni sono nelle creme per il viso, negli struccanti, nei detergenti intimi, nei deodoranti, nei dentifrici e negli shampoo. Molti prodotti per bambini li contengono. Sono anche nelle creme solari e nei doposole. Un recente studio giapponese ha dimostrato che con l'esposizione alla luce UV del sole, i parabeni accelerano l'invecchiamento della pelle.
E' incredibile, ma l'industria del cosmetico finanzia la ricerca contro il cancro alla mammella e nello stesso tempo fa soldi vendendo prodotti che contengono sostanze che il cancro probabilmente lo provocano.

I parabeni sono legalmente autorizzati nell'Unione Europea e l'industria cosmetica giura sulla loro innocuità. Purtroppo, dagli allarmi dei ricercatori ai provvedimenti restrittivi spesso passano decenni. 
Gli interessi economici e politici sono sempre enormi. La storia recente è piena di sostanze chimiche (farmaci, pesticidi, insetticidi, additivi alimentari, ecc.) che sono state immesse sul mercato come innocue e poi dopo anni vietate perché risultate tossiche o cancerogene. 

E voi, avete voglia di aspettare?'


Aggiungo il suggerimento di Rondin_EllaYou Tube Cosmetici Tossici.

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